giovedì 2 marzo 2023

Utilitarismo e filosofia della scienza: Bentham, Mill e John Stuart Mill

 Utilitarismo e filosofia della scienza






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Jeremy Bentham e l'utilitarismo. [ 1748 - 1832, Londra ]


Opere:

"Frammento sul governo" ( 1776 ) "Difesa dell'usura" ( 1787 ) "Introduzione ai principi della morale e della legislazione" ( 1789 ) "Trattato di legislazione civile e penale" ( 1802 ) "Tavola dei motivi dell'azione" ( 1815 ) "Saggio della tattica politica

Premessa

Positivismo, indirizzo che tenta di far aderire ogni aspetto della vita umano allo sguardo scientifico, pure in campi di solito non considerati in tal senso.

L'utilitarismo nasce in Inghilterra nel 1800, è un campo ancora attivo specie in filosofia analitica - anglosassone . 
---> Tentativo di applicare le regole scientifiche e matematiche anche al campo della morale.
---> Filosofia anti-idealista e attiva ora in America e Australia, liberale e empirica (Locke, Hume).

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Come mai ci comportiamo in un certo modo? Come dovremmo comportarci?

Il sottofondo è il pensiero che anche il comportamento, il bene e il male siano misurabili e quantificabili.

Per gli utilitaristi il Bene non è qualcosa di astratto o trascendente.
Il bene è La felicità per il maggior numero di persone possibile (---> Dovrebbe essere lo scopo della società, già esposta da Beccaria o Jefferson).

Figure principali dell'utilitarismo sono Jeremy Bentham e James Mill.

Bentham fu filosofo, economista e politico, è considerato il padre di questa corrente.

Tenta di applicare le leggi della matematica all'ambiente etico.

Mill è suo allievo e inserirà elementi maggiormente psicologici nella sua filosofia, seguendo la via tracciata da Hume.
Anche il figlio di James (John Stuart Mill) è parzialmente considerato un utilitarista.


MORALE

Lo scopo di ogni azione umana è relativa alla felicità sociale (individuale e sociale)
---> Le azioni non sono buone o maligne oggettivamente.

Lo sono a seconda del piacere  o del dolore che provocano (conseguenze-utilità).
Non è una morale basata sulle virtù (Aristotele) o sulla coscienza (Socrate) ma su condizioni esterne. 
Non si basa sui dogmi o sulla religione e neppure sui valori, le intenzioni o leggi morale (Kant).

Quindi misuro il piacere e il dolore (ex stoicismo: piacere della liberazione e della volontà, dolore della fatica) e scelgo di conseguenza.

Nelle azioni buone il piacere supera il dolore e viceversa (a livello sociale e non solo individuale).
Nell'utilitarismo non ci sono comandamenti ma calcoli in base all'utilità pragmatica delle azioni.
Le intenzioni sono secondarie, quanto conta sono le conseguenze.
Se fai del bene per egoismo, stai comunque facendo del bene.

[Magari produco farmaci con il solo intento di ricavare denaro, ma intanto aiuto molte persone]

Però non è sempre così facile fare questo calcolo, o considerare equamente il nostro piacere-dolore e quello altrui.

---> Bentham sviluppa una sorta di Ricerca dell'algoritmo, tramite 7 parametri

1. Intensità del piacere
2. Durata del piacere
3. Certezza (differenza tra previsione e verifica delle conseguenze delle azioni)
4. Prossimità (vicinanza e raggio d'azione - spazio)
5. Purezza (ex dono: piacere del regalo, dispiacere del prezzo)
6. Fecondità (catena dei piaceri derivati a cascata: --> circolo virtuoso)
7. Estensione (quante persone vengono toccate da quel piacere)

----> Tramite questi misuratori posso misurare numericamente il valore delle azioni

ex: Mangiare la pizza  = 25; invitare amici a mangiarla = 30...
---> la scelta diviene "matematica"

Critica di J. S. Mill educato secondo questi principi sostiene però che la sua vita è stata traviata da questi pensieri. Ogni scelta era divenuta un calcolo matematico. 
----> Cercherà di modificare la teoria per renderla più adattabile.

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POLITICA

Bentham si occupa anche di politica, segue le ispirazioni dell'empirismo inglese e diviene un liberale, sottolineando l'importanza dei diritti e delle azioni individuali: siamo noi gli artefici del bene. 

(Libertà di parola, pensiero, di economia ---> mano invisibile di Adam Smith)
In questo gli uomini non dovrebbero essere frenati dallo Stato o dalla religione.

Bentham sottolinea l'importanza dell'egoismo virtuoso (che può generare bene negli effetti).
Ritorna il discorso della separazione politica dei poteri; l'importanza dei diritti delle donne (ci sono più vantaggi concreti se hanno pari diritti) e dell'abolizione della schiavitù (che provoca più dolore che piacere).

Per lo stesso motivo scrive contro la tortura e pro divorzio. Ancora, della depenalizzazione della sodomia e dell'omosessualità (Wilde e Turing finirono in carcere per tali motivi)

Difenderà anche la legittimità dell'usura contro l'intervento dello stato

Bentham crede che anche gli animali abbiano diritto alla felicità --> si muoverà per divulgare i diritti degli animali.

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James Mill, 1773 - 1836,  scozzese
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Opere:

 Analisi dei fenomeni dello spirito umano (1829)

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James Mill riprende queste concezioni ma inserendole in un quadro psicologico. 
Anche lui segue le tracce di Hume

In particolare il principio di associazione: conosciamo il mondo a partire dall'esperienza e dai sensi. Le impressioni si trasformano in idee (ricordo\immagine della sensazione). 

Si ragiona associando queste idee. Esse tendono a combinarsi nella nostra mente.
Le idee si associano per contiguità (prossimità spazio-temporale), somiglianza, causalità (che comunque è un'abitudine motivata dalla ripetizione).

---> Più un'azione ci genera piacere più tendiamo a replicarla; e viceversa.

Qualcuno può però abituarsi alla truffa perché ignorando (Socrate \ Bentham) i parametri di cui sopra prova più piacere che dolore, salvo rendersi conto in ritardo.

---> La società dovrebbe educare ed aiutare a generare abitudini positive, per generare più piacere possibile e meno dolore possibile.

---> Al bambino bisognerebbe dimostrare gratitudine, gentilezza, altruismo...
E fargli notare gli effetti benefici o dannosi del suo comportamento, tramite il principio di associazione, agendo a livello psicologico grazie all'utilità e all'abitudine.

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John Stuart Mill, (1806 - 1873)

(1848) Principles of Political Economy (Principi di Economia Politica)
(1859) On Liberty (Saggio sulla libertà)
(1861) Utilitarianism (Utilitarismo)
(1874) Essays on Religion (Saggi sulla religione)

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Vita

Figlio di James Mill, fu educato secondo il metodo utilitarista e immerso in un ambiente culturale fiorente: studiò latino e greco già da bambino, studiò letteratura, matematica, scienze naturali e logica. 

A 10 anni leggeva testi in latino e greco antichi. 


Pensiero

La sua filosofia si basa sull'abbraccio tra rigore logico e buon senso.
Il punto iniziale è sempre la logica.

Mill pone due forme di ragionamento come base della scienza: l'induzione e la deduzione.


Il problema della deduzione è però la premessa (come faccio a sapere che è vera? lo derivo dall'esperienza).
Utilizzo quindi l'induzione ---> la deduzione si basa sull'induzione.

L'induzione, però, è problematica, come diceva già David Hume. 
---> Basta un caso contrario per contraddirla ("tutti i cigni sono bianchi")

Mill propone la legge di uniformità della natura: se un fenomeno x si ripete al medesimo modo forse la natura farà in modo che sarà sempre così.

Ma come sappiamo che la natura è uniforme?

Dal riscontro omogeneo nella storia. Solo che stiamo ancora usando l'induzione per ottenere questa concezione. (Critica: ragionamento circolare)

Solo che per Mill questa legge di uniformità è decisamente confermata e finché non ci troveremo di fronte a una confutazione possiamo darla per certa. ---> Indaghiamo allora la causalità della natura.

Se conosco le cause posso prevedere i fenomeni. ---> Se voglio cambiare la natura o il mondo dovrò agire su queste cause.

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Pensiero sociologico

La prevedibilità della natura (scienze naturali) vale anche per gli uomini? (scienze sociali)
---> Se il comportamento umano è prevedibile si annulla il libero arbitrio.

Ma se l'uomo è totalmente libero non possiamo fare scienza nel sociale.

Per Mill possiamo spiegare un comportamento con l'analisi di una serie di cause
(Quali sono le cause di un determinato furto? Sociologiche, economiche, storiche... ma anche quella legata alla volontà intenzionale).

Lo scienziato può studiare il contesto e le cause indirette e poter prevedere una probabilità ma non una certezza --> Non posso sapere come andrà a finire a causa della scelta.

Posso per esempio fare pedagogia scientifica: sperimento vari metodi per verificare quale sia il metodo migliore.
 ---> Non implica che ogni bambino verrà educato sempre bene. In buona parte dipende sempre dal caso specifico e dalla scelta.

ECONOMIA

Anche in questo ambito Mill tenta di applicare logica e mediazione.

Mill divide la sezione produttiva e sezione distributiva.

Nella scienza della produzione vi sono regole oggettive (non posso decidere facilmente quanto produrre entro un certo limite).
La distribuzione però dipende dalla volontà umana. 

Critica quindi la necessità sostenuta dai liberisti (libero mercato) 
---> possiamo redistribuire liberamente la ricchezza su base sociale, per favorire i più deboli.

Ma critica anche Marx e il comunismo: ---> non si deve sottomettere il singolo agli interessi collettivi per non ledere la libertà individuale.

ETICA

Le azioni sono giuste nella misura in cui tendono a promuovere la felicità.

Posso usare una regola razionale, come l'utilitarismo (raggiungere la massima felicità per il maggior numero di persone possibile), ma l'adesione alla regola resta volontaria.

È meglio essere un uomo malcontento che un maiale soddisfatto, essere Socrate infelice piuttosto che un imbecille contento, e se l'imbecille e il maiale sono d'altro avviso ciò dipende dal fatto che vedono solo un lato della questione.

POLITICA

E' fondamentale garantire la massima libertà per il benessere di tutti.

Difendere le libertà individuali (religione, stampa, gusto, opinione)
Ma questa libertà non deve mai ledere la libertà altrui (collettiva). Non posso fare del male agli altri.

Bisogna lasciare però il diritto di parola anche per opinioni che mi sembrano sbagliate.

Del resto, o l'opinione del caso è sbagliata, ed allora perdo l'occasione di avvicinarmi alla verità.
O l'opinione è davvero sbagliata, ma allora mi darà occasione di rafforzare la "mia" verità.

Una verità che non nasce dal confronto, dal conflitto o dal contrasto è una verità debole, o autoritaria, o ambo le cose.

Per Mill i conflitti di opinione e le differenze arricchiscono la società, e la verità nasce proprio dal diritto alla diversità (perfino all'egocentrismo, contro il conformismo).

Tale varietà va difesa sia dall'autorità statale o tirannica, sia dalla maggioranza. 
---> Contro la dittatura della maggioranza. 
Spesso la maggioranza per Mill è dalla parte del torto.

La "tirannia della maggioranza" è attualmente inclusa tra i mali verso i quali la società deve stare in guardia

Se si vietasse di dubitare della filosofia di Newton, gli uomini non potrebbero sentirsi cosí certi della sua verità come lo sono. Le nostre convinzioni piú giustificate non riposano su altra salvaguardia che un invito permanente a tutto il mondo a dimostrarle infondate.

Se tutti gli uomini, meno uno, avessero la stessa opinione, non avrebbero diritto di far tacere quell'unico individuo più di quanto ne avrebbe lui di far tacere, avendone il potere, l'intera umanità. 

Mill difende poi l'importanza della parità tra uomini e donne. Non per assimilare i due pensieri, ma per dare la medesima importanza ai due gruppi e valorizzare le specifiche differenze di ogni gruppo.

Io mi propongo in questo saggio, di spiegare colla maggior possibile chiarezza, le ragioni sulle quali si fonda una opinione, che io ho abbracciata fin da quanto si formavano le mie prime convinzioni sulle questioni sociali e politiche, e che ben lungi dal fiaccarsi e modificarsi colla riflessione e la esperienza della vita, non fece che ingagliardire viemmeglio con esse. Io credo che le relazioni sociali dei due sessi, che sottomettono l'un sesso all'altro in nome della legge, sono cattive in sé stesse, e costituiscono oggidì uno dei precipui ostacoli che si oppongono al progresso dell'umanità: io credo ch'esse debbono dar luogo ad una perfetta eguaglianza senza privilegio, né potere per l'un sesso, come senza incapacità per l'altro.

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Walt Whitman su Mill

Chi venisse richiesto, ad esempio, di indicare i principali punti di contrasto tra la vita moderna, politica e non, in Europa e in America, e gli antichi culti asiatici quali sopravvivono ancora per tradizione in Cina e Turchia, potrebbe trovarli elencati nel profondo saggio di John Stuart Mill sulla libertà nel futuro, dov'egli richiede, per una nazionalità veramente grande, due costituenti principali, o substrati – 1°, una grande varietà di personalità – e 2°, piena libertà per la natura umana di espandersi in innumerevoli direzioni, anche in contrasto tra loro – (cosa che, per la generale umanità, sembra assai simile agli influssi che determinano, nel loro campo illimitato, quella perenne azione salutare dell'aria che chiamiamo tempo atmosferico – un numero infinito di correnti e forze, di contributi e temperature e contrasti, il cui incessante giuoco di controparti produce un rinvigorimento e una vitalità costanti). 

(Walt Whitman)






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