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domenica 19 marzo 2023

Il circolo di Vienna e il falsificazionismo di Popper

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NEOPOSITIVISMO (empirismo logico) ---> IL CIRCOLO DI VIENNA (1924 - 1938)

Si riprendono temi del positivismo: l'esaltazione della scienza (Comte) e l'ottimismo per la tecnologia, ma è una corrente più matura, comprende anche i limiti del sapere scientifico ed è influenzata dalla riflessione sul linguaggio (Frege, Wittgenstein, Russell).

A Vienna viene fondato un circolo di intellettuali (scienziati e filosofi perlopiù) che emanerà un manifesto sulla "concezione scientifica del mondo".

Esponenti principali: Moritz Schlick (1882 - 1936), fisico e fondatore del circolo, allievo di Max Planck (1858 - 1947), iniziatore della fisica quantistica. 

Schlick costituisce il principio del verificazionismo, e viene ucciso da un fanatico nazista.

Altro esponente del circolo è Otto Neurath (1882 - 1945), neopositivista e marxista.

E il più famoso è forse Rudolf Carnap, logico e filosofo (1891 - 1970) si occupa prevalentemente di filosofia del linguaggio e insegnò anche in America.

Tratti in comune dei nei-positivisti.
Cercano dei criteri di significanza, per poter distinguere proposizioni con un significato o senza significato 

---> Possibilità di verificare empiricamente il contenuto delle espressioni (controllo di realtà).
Importanza della scienza empirica basata sull'osservazione. 
----> Se solo la scienza ha significato, ciò che non lo è non lo possiede (la metafisica non ha allora significato - non che non è falsa: non ha contenuto.)
Così la religione  o l'occulto. 

Si dice invece qualcosa di sensato quando si fa scienza (giudizi sintetici a posteriori) o ragionando sulle idee (matematica e logica, ma sono deduzioni ordinative) [giudizi analitici a priori]. [Per i neo-positivisti non esistono i giudizi sintetici a priori di Kant]

Altri giudizi non sono ritenuti validi. 
La filosofia allora non deve essere metafisica o esistenzialista, ma analitica. 

Rimane però l'idea dei primi positivisti (Comte)  di estendere l'approccio matematico e la formalizzazione della lingua a materie non esattamente "di scienza forte", come la sociologia o l'etica (ex dell'utilitarismo).

Il criterio (principio) di significanza viene formulato da Schlick è il principio di verificazione. 

---> Ogni proposizione ha significato se sono in grado di immaginare le relative esperienze atte a verificarlo. 
Solo Se è possibile, la proposizione ha significato (a prescindere dal valore di verità).
---> Principio radicalmente anti-dogmatico

ex: In Italia non ci sono vulcani (verificabile pur essendo falsa)
Dio esiste (non verificabile)

La metafisica viene quindi definita priva di senso (ma già per Kant non era fonte di conoscenza, solo di pensiero, del resto ineliminabile dai bisogni umani). 

Carnap però attenua con il passare del tempo la portata di questo principio. 
Dirà che metafisica, etica, religione non avranno senso logico-conoscitivo ma esistenziale- motivazionale. (Verità per me - del singolo alla Kierkegaard)

La critica di Popper


KARL POPPER (1902, Vienna - 1994, Londra)

Vive prima in Austria (entra in contatto con il circolo di Vienna), poi in Nuova Zelanda, quindi in Inghilterra (dove prende la cittadinanza).



«Sentivo che era questo il vero atteggiamento scientifico. Era completamente differente dall'atteggiamento dogmatico, che continuamente affermava di trovare "verificazioni" delle sue teorie preferite. Giunsi così, sul finire del 1919, alla conclusione che l'atteggiamento scientifico era l'atteggiamento critico, che non andava in cerca di verificazioni, bensì di controlli cruciali; controlli che avrebbero potuto confutare la teoria messa alla prova, pur non potendola mai confermare definitivamente.»

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Opere principali:

La logica della ricerca (1935)

The open society and its enemies, (1945) -  La società aperta e i suoi nemici

Conjectures and refutations (1963) - Congetture e refutazioni

Objective knowledge. An evolutionary approach (1972) - Conoscenza oggettiva, un approccio evolutivo.

Cattiva maestra televisione
Karl R. Popper - Edizione "Marsilio" 2002

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Popper è probabilmente uno dei più importanti filosofi della scienza del 900, più che essere legato al Neopositivismo si rifà alle teorie di Einstein.

Le sue teorie non sono verificabili in maniera semplice, seguendo i principi del circolo di Vienna, sono a volte degli azzardi.

Tali azzardi magari sul momento non possono essere verificati, ma hanno un potere predittivo molto efficace. 

Sono dottrine più falsificabili che verificabili. E alcune di queste limitano le teorie precedenti (la teoria della relatività limita quella di Newton a un caso particolare). 

La scienza si rivela sempre più come meno ovvia e certa di un tempo, ma atta ad aprire più campi di ricerca e riflessione.

Popper critica anche l'empirismo logico: la filosofia non può essere SOLO studio del linguaggio, ma deve occuparsi delle grandi questioni (domande) umane (ex etica e politica).

La filosofia si occupa di problemi autentici che non riguardano meramente l'abuso del linguaggio.


---> Limiti del principio di verificabilità: rischia di essere dogmatico. (Popper)
Se dico: ogni proposizione ha significato solo se è verificabile empiricamente, sto parlando di una universale affermativa. 

---> Il problema è che se parlo di una totalità... non posso verificarla empiricamente. [Kant: critica della dialettica trascendentale sulle totalità]
---> Ma allora il principio di verificabilità non ha senso secondo questa logica ristretta.

... Ma anche leggi della fisica diventano non verificabili (ex della gravitazione universale di Newton)

La legge di gravitazione universale afferma che due punti materiali si attraggono con una forza di intensità direttamente proporzionale al prodotto delle masse dei singoli corpi ed inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.

Alla fine rimangono sensate solo le proposizioni particolari. 

---> Allora Come fare scienza?

Popper arriva quindi ad un principio opposto e più performante.

---> Il principio di falsificabilità (o falsificazione) non è un principio di significanza, ma di demarcazione.

Per stabilire cosa è scienza e cosa non è scienza (non ciò che ha significato o meno).
Le frasi della metafisica, per quanto non falsificabili, quindi hanno senso per Popper - ma non sono scienza.

Ha senso parlare di esistenza (o meno) di Dio a prescindere dalla falsificabilità.
Del resto nel corso della storia a volte la metafisica ha suggerito spunti alla scienza (ex di Democrito o di Occam) o ha presupposto in anticipo un sistema ordinato di leggi (Aristotele).


Una frase è scientifica quando posso immaginare un'esperimento che possa falsificare questa affermazione. 

ex "Domani ci sarà il sole", è falsificabile.
L'idea del creazionismo non è falsificabile.

"Domani pioverà oppure non pioverà" sarà sempre vera. --> Non è falsificabile. (Ma sarebbe stata verificabile e vera per il principio di verificabilità).

La legge di gravitazione universale di Newton è falsificabile ma non verificabile. 
(Basta un solo caso per falsificarla --> finché non riesco sarà assunta come vera)

Ma anche il banale "tutti i corvi sono neri" mi dà l'idea di come falsificare sia molto più facile che verificare --> basta un'eccezione.

La falsificazione però è potenziale (la scienza, se tale, deve darmi quella possibilità).

Le asserzioni base sono i migliori falsificatori potenziali (in A esiste B)

La falsificazione deve essere riproducibile e intersoggettiva ---> comunità scientifica. 

Più falsificatori potenziali ci sono in una teoria più  esse sono scientifiche: per questo le teorie di Einstein secondo Popper sono l'esempio perfetto della scienza. Ci sono molti azzardi in questo senso.

---> Conseguenza: la verità della scienza è vera fino a prova contraria. Nessuna teoria è vera per sempre. Nel frattempo sono corroborate (hanno resistito ad alcune critiche o falsificazioni).

Ne viene fuori una visione della scienza molto diversa: non è uno strumento costruito sulla roccia ma su palafitte. 

(Anche la fisica quantistica forse ha più che a che fare con la probabilità che con la certezza).
 
ex. di discipline non scientifiche per il principio di falsificabilità:

Ci sono ambiti criticati in questo senso da Popper, come:

- Il marxismo
- La psicanalisi (ex Freud e Adler)

Per Popper queste discipline non sono scienze, anche se ritenute tali dagli autori e da grandi contesti culturali.
Il problema è che con la teoria marxista o psicanalitica si possono interpretare o verificare molte questioni, ma non hanno dei falsificatori potenziali.

Nel marxismo per la verità ci sono delle previsioni (crisi del capitalismo, caduta tendenziale del saggio di profitto), ma i successori di Marx non l'hanno mai considerate come smentite.

Semplicemente "deve ancora verificarsi quanto previsto da Marx."

Anche in Freud, coloro che non accettavano le interpretazioni (analisi dei sogni o del carattere) non erano pronti per accettare la verità della psicanalisi.

La critica è una rivelazione di qualche blocco psicologico, e come tale viene rifiutata.

Per Popper insomma marxismo e psicanalisi non sono smentibili: sono divenuti dogmi in quanto non falsificabili ---> Utilizzano sempre delle ipotesi di salvataggio per salvare la teoria.


Possibili problemi:

Nella pratica scientifica forse neppure questo principio sarà completamente seguito.

1. La scienza si basa su asserzioni falsificabili, ma anche le falsificazioni sono falsificabili.

La teoria geocentrica era falsificabile ed è stata poi confutata, ma a volte capita che la prova di falsificazione fosse errata o parziale

2. A volte una sola prova non basta a creare delle rivoluzioni, serve un cambiamento più lento e profondo (Kuhn e "i mondi di carta")

Studio del metodo scientifico 

Già in atto con Bacone e Galilei. 
Per Popper NON esiste un insieme preciso di regole metodologiche: si fanno congetture audaci che possono andare incontro a facili smentite, di modo da metterle alla prova
[Fallibilismo]

Tale congetture spesso derivano da motivazioni extra-scientifiche (metafisica, intuizione, mitologia, sogni, caso...) (ex della scoperta delle fibre sintetiche).

Quindi non c'è un metodo per costruire una teoria, ma c'è un metodo per corroborare le teorie (congetture e confutazioni - prove ed errori). 

Se una teoria cade, la scarto. Se resiste alle prove viene corroborata (fino a prova contraria).

Per Popper è proprio l'errore che fa progredire la scienza, non la verità. 

Analisi dell'induzione

Metodo che parte dal particolare e arriva al generale. ---> è un metodo falsamente efficace.

Non sarò mai sicuro di un'affermazione generale (lo diceva già Hume). [Tacchino induttivista di Russell].

Non esiste un'osservazione pura e semplice, si parte sempre da un'idea o una teoria. 

---> Ogni osservazione è carica di teoria. Si parte da una idea e ci si ritorna. Non guardiamo neutralmente il mondo e la mente NON è una tabula rasa

 [Teoria ---> Prova dei fatti --> Risoluzione del problema --> Miglioramento della teoria]

Per Popper la mente è come un faro: getta la luce (interpreta) l'esperimento e l'osservazione e lo scienziato deve essere pronto alla smentita.

TEORIA EPISTEMOLOGICA DEI 3 MONDI

a) Cose e oggetti fisici.
b) Sentimenti, emozioni e pensieri personali.
c) Teorie culturali (scientifiche, metafisiche, religiose) vanno oltre le esperienze personali come le idee platoniche

PROBLEMA MENTE-CORPO

Sono due stadi distinti ma correlati.
C'è qualcosa di prevedibile e qualcosa di non prevedibile (ex delle nuvole e degli orologi)


LA POLITICA DI POPPER

Analisi dello storicismo.
Critica alla filosofia della storia quando intende la storia come un percorso necessario e progressivo (Hegel, Marx, Platone, Comte..)

La storia non ha un suo senso indipendentemente dall'uomo. Dipende anche qui da razionalità, prove ed errori. 

La storia non va letta come una legge unica: la comprendiamo in piccoli spezzoni non in una totalità ---> Non esiste una legge necessaria della storia. Al massimo ha tendenze.

"Gli uomini tendono a vendicarsi quando subiscono un torto", probabile, non necessario.

Ci sono crisi demografiche e poi ricrescite, ma questo alternarsi non avviene necessariamente.

Per P. lo storicismo ha seminato le basi del totalitarismo ---> Se accetto l'idea dello spirito della storia, allora accetterò anche qualche suo profeta al quale per conseguenza non potrò oppormi.

Per lui esistono società aperte e società chiuse.

Nelle società chiuse vi sono dogmi e interpretazioni storiciste. ---> Gli individui non contano e devono adeguarsi al flusso degli eventi, più importante del singolo.

Nelle società aperte, invece, i diritti del singolo sono fondamentali. (Critica a Hegel e Platone). Per alcuni aspetti P. vede Platone come uno statalista totalitario, e questo progetto è stato ripreso da Rousseau e da Hegel.

Contro i totalitarismi bisogna opporre la democrazia: limitare il potere e permettere di rimuovere i propri governanti senza fare rivoluzioni violente. (John Locke e Mill)

Non è importante CHI governa, ma COME governa. 
La struttura di potere più che i soggetti governanti: divisione dei poteri, pluralismo, riformismo.

P. Critica anche le idee delle rivoluzioni, che spesso si rivelano fondamentali ---> portano un carico di esaltazione che rischia di deviare la rivoluzione. 
La fretta che si portano dietro rischia di farle degenerare. 

(Sergio Leone e i problemi della rivoluzione)



Ex. della rivoluzione francese che finisce con il terrore o quella russa che finisce con Stalin, o quella inglese che è finita con Cromwell.

Popper punta quindi al riformismo (e al socialismo liberale): così abbiamo tempo di verificare se le nostre riforme hanno effetti positivi oppure no. 
(Ritorna il discorso del falsificazionismo e della sperimentazione)


Paradosso della tolleranza

La società aperta deve essere tollerante con tutte le idee al di fuori di quelle intolleranti.
Quelle che minacciano il pluralismo e l'esistenza della democrazia. 

“Se estendiamo l'illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti; se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l'attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi.”

Va precisato. Lo stesso Popper dice:

“In questa formulazione, io non implico, per esempio, che si debbano sempre sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finché possiamo contrastarle con argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo dall’opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle decisioni.”

E:

“Ma dobbiamo proclamare il diritto di sopprimerle, se necessario, anche con la forza; perché può facilmente avvenire che esse non siano disposte a incontrarci a livello dell’argomentazione razionale, ma pretendano di ripudiare ogni argomentazione; esse possono vietare ai loro seguaci di prestare ascolto all’argomentazione razionale, perché considerata ingannevole, e invitarli a rispondere agli argomenti con l’uso dei pugni o delle pistole.”

-----> E' più probabile che Popper si riferisse alle azioni ed ai gesti, non alle parole o alle opinioni.
Tant'è che critica i regimi autoritari proprio per reprimere le opinioni altrui. 

---> Popper scrive che il governo dovrebbe punire l'atto di violenza non l'ingiuria. 
Anche perché al momento non è possibile connettere un'azione ad un'idea sociale. 

(Il rischio di semplificare il paradosso della tolleranza ed applicarlo alle opinioni e non ai gesti è - per esempio -  di incolpare Marilyn Manson per Columbine, o i videogiochi di guerra per le violenze in strada... O i comici nel regime afgano. O il caso di Charlie Hebdo..).

Le azioni possono essere dimostrate, le conseguenze delle opinioni no. [vd John Stuart Mill e l'importanza del pluralismo]
---> Reprimere un'idea può portare a diffonderla perfino maggiormente.

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Per approfondire sul paradosso della tolleranzahttps://www.youtube.com/watch?v=LfrwP-tCF3A
































































Podcast e fonti audio di sintesi o approfondimento consigliati

 Approfondimenti e consigli: - Corso di filosofia di Scrip (Ermanno Ferretti) :  https://www.youtube.com/playlist?list=PLFRYVVEHvMSxPuLw6f...