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mercoledì 11 luglio 2018

Illuminismo ed assolutismo francese

Illuminismo

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L’illuminismo si scontra contro la tradizione ed i principi fissi dell’Antico Regime

mappa illuminismo (pdf)

Un primo caso dell’illuminismo Italiano: Pietro Verri

(Il caso di Guglielmo Piazza torturato ed accusato di ungere e diffondere la peste accennato dal Verri, di cui parla anche Manzoni nell’episodio della “colonna infame“)

Un secondo Casodell’illuminismo italiano : Cesare Beccaria

Il quale si chiede se la pena di morte, in un regime ordinato e provvisto di leggi e non di disordine e di anarchia sia ancora utile. Non c’è, invece, il rischio che essa sia più uno spettacolo che una paura ed un disincentivo al crimine?
Non è, insomma, per Beccaria, la durezza e la gravità della pena ad essere importante e deterrente, bensì la sua certezza: per questo il sistema penale deve essere ben fondato, organizzato e sicuro, ma non violento o vendicativo.

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Illuminismo Francese

Illuminismo
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Dispotismo illuminato

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Federico II di Prussia

Video di riassunto dispotismo illuminato: ( Bottega di Platonehttps://www.youtube.com/watch?v=zlBFsIf0otc
Video di riassunto sull’enclopedia degli illuministi: (Treccani storia) https://www.youtube.com/watch?v=msWmOcrMbtM

Kant, schemi e videolezioni

Kant, filosofo di Koningsberg, 1724 – 1804

Kant
« L’Illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da un difetto d’intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell’Illuminismo. »
Qui ci sono alcuni schemi base relativi a Kant: sulla morale e la divisione dei giudizi.

Videolezione sulla critica della ragion pura

Critica della ragion Pratica, la morale.


Video lezione sulla critica della ragion pratica: 



Video lezione sull'estetica di Kant, e la la sua critica del giudizio.





Critica della ragion pura (la conoscenza)

Rivoluzione copernicana della gnoseologia.

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I giudizi (connessione di predicato e soggetto): giudizi sintetici ed analitici.

Sulla suddivisione della Critica della ragion pura:





Sensibilità, nell’estetica trascendentale: formata dalle intuizioni  pure o forme pure dell’intuizione, ossia:
Spazio: forma pura esterna, utile alla Fisica.
Tempo: forma pura interna, utile alla Matematica.


Tavola delle categorie della critica della ragion pura:

Critica della ragion pura, il legislatore della Natura, l’Io Penso.

L'io penso kantiano permette il riconoscimento intersoggettivo dell'esperienza: è una auto-percezione che accompagna ogni mia esperienza, collegando ogni mia conoscenza.

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E  le idee limite \ regolative della Dialettica trascendentale (terza parte della Critica della ragion pura)


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LA CRITICA DELLA RAGION PRATICA (LA MORALE)


Imperativo Categorico ed ipotetico


Massime Morali di Kant: l’etica del dovere




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Meritarsi la felicità più che raggiungerla.

---> La religione nei limiti della sola ragione: ricerca del sommo bene come aspirazione e idea regolative. Dove si incontrano felicità e morale. 

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Critica del giudizio, Kant: l’estetica. 

Bello e Sublime.


La critica del giudizio è un ponte tra la pura e la pratica.

«Sebbene vi sia un incommensurabile abisso tra il dominio del concetto della natura o il sensibile, e il dominio del concetto della libertà o il soprasensibile, in modo che nessun passaggio sia possibile dal primo al secondo (mediante l'uso teoretico della ragione) quasi fossero due mondi tanto diversi che l'uno non potesse avere alcun influsso sull'altro... tuttavia il secondo [il mondo della libertà] deve avere un influsso sul primo [il mondo della necessità], cioè il concetto della libertà deve realizzare nel mondo sensibile lo scopo [il fine] posto mediante le sue leggi e la natura deve poter essere pensata in modo che la conformità alle leggi che costituiscono la sua forma possa accordarsi con la possibilità degli scopi che in esse debbono essere effettuati secondo leggi della libertà»

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Schema sui giudizi in Kant



La bellezza...

In tutti i giudizi coi quali dichiariamo bella una cosa, noi non permettiamo a nessuno di essere di altro parere, senza fondare tuttavia il nostro giudizio sopra concetti, ma soltanto sul nostro sentimento, di cui così facciamo un principio, non però in quanto sentimento individuale, ma in quanto sentimento comune.


Il BELLO in estetica lo cogliamo in maniera intuitiva, in un accordo tra l'immaginazione e l' intelletto. Non è semplicemente il "piacevole", questo è soggettivo, per Kant il bello è oggettivo.

Accordo tra l'armonia della natura e l'esigenza soggettiva della libertà.

Il bello segue le categorie, e proprio per questo è armonico. Vediamo come.

a) Qualità: disinteresse, "Il Gusto è la facoltà di giudicare un oggetto o un modo rappresentativo mediante un compiacimento, o un dispiacimento, senza alcun interesse. L'oggetto di tale compiacimento si chiama bello."

b) Quantità: "Bello è ciò che piace universalmente senza concetto" piace universalmente, senza concetto. universale

c) Relazione: "Bellezza è forma della conformità a scopi di un oggetto, in quanto essa viene percepita senza rappresentazione di uno scopo. La bellezza è un gioco senza scopo che genera armonia.

finalità ordinata senza scopo

d) Modalità: senza concetto (necessario)

"Bello è ciò che viene riconosciuto senza concetto come oggetto di un compiacimento necessario"

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Il Sublime

Sublime è il senso di sgomento che l’uomo prova di fronte alla grandezza della natura sia nell’aspetto pacifico, sia ancor più, nel momento della sua terribile rappresentazione, quando ognuno di noi sente la sua piccolezza, la sua estrema fragilità, la sua finitezza, ma, al tempo stesso, proprio perché cosciente di questo, intuisce l’infinito e si rende conto che l’anima possiede una facoltà superiore alla misura dei sensi.

Whereas the beautiful is limited, the sublime is limitless, so that the mind in the presence of the sublime, attempting to imagine what it cannot, has pain in the failure but pleasure in contemplating the immensity of the attempt.

— Immanuel Kant


IL GENIO PER KANT


1) (regole e creatività) La natura ci impone le regole per osservarla (s e t e 12 categorie  della critica della ragion pura) nell'arte il genio impone alla natura le sue regole, eppure, è sempre la natura a dargli questo talento, per cui il genio ha un talento naturale per trasformare ed interpretare le sue regole.

(regola sulla natura e creatività) «Il genio è il talento (dono naturale) che dà la regola all'arte. Poiché il talento, come facoltà produttiva innata dell'artista, appartiene esso stesso alla natura, ci si potrebbe esprimere anche così: il genio è la disposizione innata dell'animo (ingenium), mediante la quale la natura dà la regola all'arte»

2) non è insegnabile. Il genio non è consapevole del suo metodo, quindi non può neanche insegnarlo

«...nessun Omero, nessun Wieland può mostrar come facciano a sorger ed a comporsi nel suo cervello le sue idee, ricche sia di fantasia che di pensiero; perché, non sapendolo egli stesso, neppure può insegnarlo ad altri»

3) Crea un modello.

«...i prodotti del genio devono essere anche modelli, cioè esemplari; quindi, senza essere essi stessi frutto di imitazione, devono servire a tal scopo per gli altri, cioè come misura o regola del giudizio


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Cos’è l’illuminismo, Kant












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Per approfondire la differenza tra conoscere e pensare in Kant, anche nei risvolti della filosofia più contemporanea e vicina a noi consultare l'esperimento mentale di Frank Jackson (La stanza di Mary o "cosa Mary conosce"), per esempio in questo Podcast

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Giochi \ quiz:


mercoledì 8 agosto 2012

Quanto è vecchia la scuola?

Pensando al mondo odierno, a cosa è possibile apprendere on line, perlopiù gratuitamente, magari con metodi più divertenti ed innovativi, vien da chiedersi: quando è vecchia la scuola? Tutto sommato quella pubblica, come circa la intendiamo noi, è un'idea illuministica. Prima, solo la chiesa, o quasi. Poi il popolo ma... a scala, a piramide. Dunque: suddivisione in "titoli"... in pezzi di carta. Licenza media, diploma superiore, laurea, master... Ma cosa certificano, queste carte: bene o male, quanto tempo hai ascoltato certi professori, quanto tempo sei stato su certi libri (a loro volta certificati da non si sa bene chi), e quanti esami hai superato, quindi, appunto, come hai studiato i libri di cui sopra. Come se la scuola, e temo sia così, insegni solo a superare altri esami. Non ci sono altri modi di far tesoro del proprio tempo? E' una serie di bollini, la scuola, di certificazioni. Di assicurazioni: "noi, scuola, garantiamo che questo individuo è certificato di questo e quello"... è adatto, è confermato. Dunque conformato. Perché in fondo serve questo ancora, a garantire un modello, una visione, un rispetto per una cultura preformata e quasi stabile. Come non ci fosse altro dio. Viene dalla chiesa la scuola, no? Vive di categorie, di suddivisioni eppure di... conformità, di standard, di burocrazia. Tutte cose che, se da una parte garantiscono una "unione", un "far parte della famiglia", dall'altro tolgono estro, dis-individualizzano, spersonalizzano, rendono zombie. Probabilmente è anche da questa antica visione che derivano quelle domande nozionistiche e stupide ora tanto famose per gli odierni esami TFA: quel che cercano alla fine non è un insegnante, capace di portare i suoi allievi verso la conoscenza, ma di un qualcuno di certificato, di sicuro, di non troppo originale, che cerchi, invece e probabilmente inutilmente di inculcare la solita conoscenza, la solita regola nei crani dei suoi allievi. A forza, se necessario. Ma non è esattamente il contrario che "il mondo esterno" cerca: qualcosa di speciale, di diverso... una propria visione del mondo o, se non altro, qualità specifiche, passioni specifiche, modi diversi di fare qualcosa? "Perché te e non un altro, mh?" non è una domanda solita? Se è così, come pare, allora si intuisce che la visione di uniformità, di accademismo, di conformità della scuola vecchio stampo non vanno più bene: la loro è una visione da orario schedulato, da lavoro in stile ottocentesco, ma sono tutte cose che (bene o male che sia) si stanno perdendo. Del resto anche i pezzi di carta sembrano non garantire più nulla. Bisogna forse lasciare da parte quei bollini istituzionali, e tentare di certificarsi da soli: creando, formando, e non venendo formati. Internet in questo aiuta. Per esempio così:

Fonti, esempio: storia della scuola e oggetti che parlano

 Documenti e foto di repertorio: la scuola negli anni Foto 1 Foto 2 Foto 3 Foto 4 POSSIBILE INTERVISTA ALLO "STUDENTE DEL PASSATO"...