Che cos'è la filosofia? Bisognerebbe scrivere interi testi di filosofia per rispondere a questa domanda, e talvolta definire un concetto rischia di essere troppo semplificativo o delimitante: meglio incontrarlo.
Magari con un esperimento mentale, e una passeggiata tra le farfalle.
Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l’addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui.
Da Protreptico o Esortazione alla filosofia.
Noi reputiamo di sapere, solo quando siamo riusciti a discernere le cause.
( Metafisica II, 2, 994b)
La Retorica è corrispondente alla Dialettica; perciocché l’una e l’altra si travaglia intorno a certe cose, le quali si può veder che sono in un certo modo comuni a tutti, e non ad alcuna determinata scienza sottoposte. Onde che tutti ancora partecipano in un certo modo d’ambidue; perché non è persona, che fino a un certo che, non si metta dall’un canto a cercar di contraddire alle ragioni altrui, e mantener le sue: e dall’altro ad accusare e difendere.
IL SISTEMA
Filosofo del trattato filosofico, non dialoghi o aforismi.
La verità non è qualcosa da ricercare e approfondire sempre e comunque (Platone, Socrate) ma è un punto fermo. Una volta trovata, tale resta.
Devo allora estendere il sapere in ogni ambito, non rimetterlo in discussione.
---> mirando ad una enciclopedia del sapere
Tutti gli uomini per Aristotele sono curiosi e portati al sapere.
La filosofia nasce dalla Meraviglia (Thauma --> turbamento e stupore insieme)
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TIPOLOGIA DI SCIENZE
1) scienze TEORETICHE [riguardano il necessario --> scienza]
A) Filosofia prima - enti in quanto enti - [metafisica]
- Ontologia (scienza dell'essere), Teologia (Dio come ente e motore immobile), Eziologia (studio delle cause), Usiologia ( forma, materia, sinolo) [da sostanza, Ousia]
b) Matematica
c) Fisica
2) Scienze pratiche (etica e politica) [riguardano il possibile]
3) Scienze poietiche (produttive), le arti (poetica, retorica, danza, musica...)
--> arriviamo al Motore Immobile, e siccome il mutamento è dovuto alla materia, esso è Atto Puro.
Quindi:
- Non ha materia (è spirituale, sovrasensibile)
- Esso è perfetto --> altrimenti si muoverebbe per ottenere la perfezione
- Esso è eterno ---> non può morire o corrompersi
- Esso è pensiero perfetto ---> pensa alla cosa più perfetta --> pensiero di pensiero(se stesso). La "sua" felicità è bastare a se stessi.
Questo atto puro è Dio (ontologia --> teologia)
Il primo motore immobile non ha personalità o volontà, non è un dio creatore, lo ordina.
Non stabilisce nessuna relazione con i popoli o gli uomini (non si tratta della religione positiva), è una sorta di "dio di pura ragione".
Come fa a muovere tutto l'universo senza muoversi?
Esso muove come causa finale. (Amato e amante).
Scienze teoretiche
Aristotele era un osservatore della natura. Si torna quindi allo studio della Natura.
Queste si studiano senza scopo, in modo razionale, confidando nella necessità della natura.
La filosofia prima si occupa di "enti in quanto enti"
La matematica e la geometria di enti immobili (statica)
La fisica si occupa di enti in movimento (nel divenire ordinato della natura)
A differenza di quanto pensavano i presocratici, per Aristotele la fisica non si occupa dei principi primi. (La fisica è filosofia seconda, ma di eguale rispetto)
La fisica aristotelica
La fisica: mondo lunare e sublunare.
Tipi di movimento
a) Locale (spostamento)
b) Qualitativo (alterazione)
c) Quantitativo (accrescimento o diminuzione)
d) Sostanziale (generazione o corruzione)
Nella Fisica ci interessa il come, non il perché (già visto nella filosofia prima)
4 tipi di cause
a) Materiale (possibilità)
b) Efficiente (lavoro, azione)
c) Formale (modello)
d) Finale (scopo)
Ex biologico (qui tre convergono): Gatto
a) Materiale: ossa, peli, occhi...
b) Efficiente: un altro gatto
c) Formale: essere un gatto
d) Finale: essere un gatto!
Anche nell'uomo convergono queste cause?
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Come è fatto il mondo? Lo deriva dall'osservazione ---> due tipi di mondi, due tipi di movimento
Il moto del mondo Celeste è eterno e regolare, circolare; il moto Terrestre è lineare --> le cose tendono ad aggregarsi e staccarsi ---> causa del mutamento.
Perché cade in terra la mela e non la luna?
Perché? Dove sta la gravità?
---> La luna è fatta di etere (quintessenza), qualcosa di diverso dalla mela.
---> Non ci sono orbite, non c'è il vuoto e diversi cieli (uno per ciascun astro) [a seconda da chi ci sono da 10 a 55 sfere...]
---> L'universo è finito (l'infinito non è in atto: è una potenza --> contro il paradosso di Zenone), esso è completo e perfetto e unico (o ci sarebbero più luoghi naturali ai quali tornare).
---> Sono teorie che a noi sembrano bizzarre (per abitudine o conoscenza?) ma sono a loro modo razionali e filosofiche.
Il neonato non sa nulla. La nostra mente inizialmente è vuota (tabula rasa)
La prima conoscenza è quella sensibile: quanto esperiamo.
Segue la possibilità di connettere le varie esperienze (movimento, rumore, osservazione)
Altra possibilità di conoscenza è quella di riprodurre immagini (immaginazione-memoria)
---> questa mi permette di associare il particolare all'universale (comprendo la sua essenza grazie al ragionamento [sostanza e attributi])
---> e di creare "chimere" (pegasi, unicorni...) [fantasia]
---> ancora, di creare meccanismi di ragionamento complessi (previsioni, associazioni, calcoli, progetti) e tutto ciò è tipicamente umano.
La Logica (proposizionale) di Aristotele
La logica è posta da Aristotele come fondamento e punto comune di metodo delle altre scienze.
È lo studio del metodo di ragionamento.
Tre sono i suoi principi basilari:
Principi comuni scienze:
1) principio di non contraddizione: una cosa non può essere se stessa e il suo opposto nello stesso tempo, o – una proposizione non può essere sia vera sia falsa nello stesso momento. (Un uomo morto non è anche vivo nello stesso istante… a volte un gatto sì)
(a non è non a).
2) principio di identità: una cosaè uguale a se stessa (a = a ).
3) principio del terzo escluso: una cosa è se stessa oppure no, non esiste un terzo caso. O una proposizione è vera o falsa, non esiste un terzo valore. (a è a o non è a)
(a è vera o è falsa)
Tipi di ragionamento:
INDUZIONE: dal particolare all’universale. Produce nuove informazioni, non è sempre vera.
Ex: molti cigni sono bianchi -> tutti i cigni sono bianchi.
DEDUZIONE: dall’universale al particolare. Non produce nuove informazioni, ma è sempre vera.
Ex: Socrate è un uomo -> Socrate è mortale.
Concetto:
Il concetto è un insieme di elementi comuni.
Esempi: il concetto di cane è l’insieme di tutti i cani. Il concetto di barboncini è l’insieme di tutti i barboncini.
Estensione e comprensione
L’estensione è l’ampiezza del concetto.
La comprensione è la sua specificazione.
Fra di loro sono inversamente proporzionali: all’aumentare dell’estensione diminuisce la comprensione, e viceversa.
Esempi: il concetto “barboncini” ha un’estensione minore ed una comprensione maggiore di quello di “cane”.
Ossia è più ristretto ma meno vago.
Logica dei sillogismi
Sillogismo: più proposizioni concatenate logicamente.
ex 2: ragionamento presumibilmente vero, ma non valido.
PM: Gli dei sono immortali
pm: gli uomini non sono dei
c: gli uomini non sono immortali
ex 3 sillogismo falso e non valido
PM: Tutte le forchettehanno tre denti
pm: mio nonno ha tre denti
c: mio nonno è una forchetta
ex 4 sillogismo falso e valido
PM: Tutto ciò che ha tre denti è una forchetta
pm: mio nonno ha tre denti
c: mio nonno è una forchetta
Quadrato degli opposti.
Vi sono 4 possibili casi che derivano dalle parole latine
AffirmI (universale e particolare positive +)[ A I], nEgO (universale e particolare negative -).
http://www.parodos.it/filosofia/ar.JPG
Relazioni tra i 4 modi delle proposizione.
Contrarie A-E : Tutti gli uomini sono felici; tutti gli uomini sono infelici (non possono essere vere entrambe)
SUB CONTRARIE I-O: qualche uomo è felice, qualche uomo è infelice (sì entrambe vere, no entrambe false)
AI EO conseguenti: tutti gli uomini sono felici, qualche uomo lo è; tutti gli uomini sono infelici, qualche uomo lo è (dalla prima consegue logicamente la seconda)
IE AO contradditorie: tutti gli uomini sono felici, qualche uomo non è felice; tutti gli uomini sono infelici, qualche uomo è felice. (NO entrambe V, NO entrambe F)
Un altro esempio
a)"Questa palla è bianca" - "Questa palla è nera". Non possono essere entrambe vere, ma possono essere entrambe false --> La palla potrebbe essere rossa. [Contrarie]
b) "Questa palla è bianca" - "Questa palla non è bianca". Non possono essere entrambe vere. Non possono essere neppure entrambe false. [Contraddittorie]
Per A. a differenza di Platone l'arte è molto importante
Bellezza: una cosa è bella quando raggiunge il suo scopo.
Quando la forma si esplica al meglio nella materia. (In natura, uomini, paesaggio, arte...)
Lo scopo della natura è già dato (la natura in sé)
Lo scopo dell'arte è mostrare l'universale nel particolare.
(ex organicità e armonia: ordine e misura)
La più grande bellezza è sia sensoriale sia intellettuale: incontrandola trovo un doppio piacere (sensi, idea). ---> talvolta opere esteticamente "brutte" danno idee belle.
Tragedia e commedia
Poetica (libro riscoperto nel 1400): entrambe riguardano il possibile.
L'arte è imitazione (di storie, ambienti, uomini) ma - a differenza di Platone - può fornire una conoscenza valida: anzi, può mostrare qualcosa che il modello non rivela.
L'artista sceglie cosa mettere in scena: le cose più importanti in base al tema.
La storia deve essere Verosimile per rendere fattibile il patto di sospensione dell’incredulità, ma non vera (o sarebbe narrazione storica e non creazione letteraria)
Ad ogni modo, la storia della poetica non è vera. Della verità storica, si occupa ovviamente la storia. --> per questo, la narrazione può essere più universale della storia, perché ha un suo tema e non solo una sequenza di eventi.
La storia raccontata deve essere verosimile: i caratteri della verosimiglianza di una storia narrata aiutano il lettore (o lo spettatore) ad “entrarci dentro”, ed assaporarla meglio.
Narrazione ed emozione
Umberto Eco
“Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro”
“Leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all’interno della nostra memoria. Ogni libro porta qualche elemento, un’aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo parco, può capitare di trovarci qualcun altro”
Mimesi (mi connetto a quel personaggio)
Catarsi (sublimo le mie emozioni tramite quelle del personaggio)
(ex tragedia e videogiochi?)
"Mediante la presentazione di casi di terrore e pietà la tragedia ha il compito di sollevare e purificare l'animo da siffatte emozioni"
La struttura in 3 atti
In una storia, in generale, ci sono tre fasi narrative: un inizio, con un suo equilibrio di partenza; una seconda fase dinamica di svolgimento (preceduta da un primo punto di svolta); e una terza fase di conclusione, con un suo secondo equilibrio (preceduta da un secondo punto di svolta della vicenda).
Unità drammaturgica: una storia deve avere un unico problema (tema) principale.
Deve quindi essere caratterizzata dallo svolgimento di un plot (trama), la trasformazione dei personaggi e l'elaborazione del tema (di cosa parla). Tutte le parti devono essere in armonia (come nella musica).
I personaggi devono rivelare le loro disposizioni morali (e i loro caratteri psicologici) tramite le azioni consapevoli e le reazioni agli eventi dell'intreccio.
La tragedia è quindi mimesi (rappresentazione) del passaggio dalla felicità all'infelicità (a volte viceversa) dei personaggi, dove le caratteristiche di necessità e veri-somiglianza (coerenza) danno carattere unitario e sensato alla storia.
Nella tragedia la catarsi emotiva è causata da casi di pietà e terrore.
La pietà si genere da eventi dove catastrofi colpiscono degli innocenti; il terrore si genera quando qualcosa di tragico accade a personaggi che ci assomigliano (mimesi: possono rappresentarci).
I finali: devono essere logici (verosimili) ma sorprendenti (ex, il Sesto Senso)
La differenza tra tragedia e commedia
Tragedia:si occupa di storie dove i personaggi (specie i protagonisti) sono considerati superiori a noi e, come tali, degni di approvazione.
Si soffre per loro, con loro.
Commedia: si occupa di storie dove i protagonisti sono considerati inferiori a noi, e quindi ne ridiamo (ex Fantozzi)
Aristotele è forse più interessato alla tragedia, per la sua possibilità di catarsi (sublimarsi delle emozioni - come accade pure nella danza dionisiaca) e ne discute anche le unità spaziali e temporali: la tragedia dovrebbe avvenire in un solo tempo (circa un giorno, per esempio) e un solo luogo (per esempio una medesima città).
[Anche se le unità aristoteliche di spazio e tempo sono più che altro un'esegesi del rinascimento del 500]
Quindi: 3 parti strutturali e interne. Carattere (ethos), Fabula (mythos), e pensiero (Dianoia) e 3 mezzi esterni: Linguaggio (lexis), Musica (melos), apparato scenico (opis)
Nella fabula gli eventi sono legati più da un perché che da un prima-dopo (necessità e e verisimiglianza). Il legame tra personaggio e storia non è casuale: quella storia, in base al pensiero, può capitare solo a quel personaggio.
Commedia:si occupa di storie dove i personaggi sono considerati inferiori a noi, sostanzialmente buffi od inetti, e non si soffre per loro, perlopiù ci si ride sopra.
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La forma delle Storie
La Retorica
Appartiene al mondo del probabile e del verosimile (non è scienza), serve per produrre discorsi persuasivi. Il discorso deve essere tarato in base al target, è usata in ambito forense o politico.
Retorica: I tre elementi della Persuasione
1. Ethos (Credibilità e fiducia)
2. Pathos (Emozione ed energia)
3. Logos (Logica e razionalità)
Importanza di sapere usare esempi chiari, argomentazioni brevi, partire da premesse già note agli ascoltatori (che tutti condividono) e procedere a piccoli passi.
Etica
Per A. tutti miriamo alla felicità, ma i nostri fini o la nostra definizione è diversa.
Per questo dobbiamo dare grande importanza ai mezzi (al contrario dello stile "macchiavellico") ---> Sono i mezzi a dover dare solidità ai fini.
Per raggiungere la felicità dobbiamo "esprimere al meglio la forma nella potenza" -->
"esprimere al meglio noi stessi" (musicisti, scienziati, insegnanti, sportivi, studenti...) -->
facendo qualcosa di utile agli altri, in un contesto etico.
Felicità --> autorealizzazione virtuosa ottenuta in un contesto di civile
convivenza attraverso comportamenti etici.
Tutti abbiamo un tesoro dentro e se non lo
tiriamo fuori è perché non siamo nell'ambiente giusto. (vd politica)
Data la psicologia, per A. l'uomo è felice quando utilizza la ragione, che è la sua parte più propria ---> vita teoretica
La sua è una Etica delle Virtù
Virtù etiche (morali) e dianoetiche (intellettuali) e giusto mezzo
La virtù etica principale è la giustizia (sapere qual è il giusto mezzo nelle varie occasioni)
La giustizia può essere:
Distributiva: (meritocrazia) (che impone di restituire a ciascuno ciò che ha precedentemente dato)
Commutativa: Eguaglianza (pareggiare i vantaggi e gli svantaggi tra i membri della società)
---> importanza della politica (L'uomo è un animale politico\ socievole per natura) ---> che dovrebbe dare la possibilità ai suoi cittadini di
vivere bene, poter svolgere una vita teoretica, andare a teatro (catarsi) e via dicendo...
L’amicizia in Aristotele (etica nicomachea)
Nessuno sceglierebbe per sé una vita senza amici
Pochi sono gli amici che sono tali in base al bene; di più quelli legati per il piacere e ancora in quantità maggiori quelli legati per l’utilità, ma la durata ed il valore sono inversi. L’amicizia basata sulla bontà è più lunga e duratura, e fa crescere la virtù degli amici. Le altre sono effimere e superficiali.
Gli amici spesso sono tali o per intimità\vicinanza (ex compagni di classe, colleghi di lavoro) o per somiglianza (carattere, cultura, contesto)
Un uomo buono ama se stesso e riconosce simile virtù nell’amico; un uomo cattivo non ama se stesso e frequenta altri non per la loro virtù ma per utilità o piacere effimero; o per “allontanarsi da sé”.