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domenica 19 marzo 2023

Il circolo di Vienna e il falsificazionismo di Popper

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NEOPOSITIVISMO (empirismo logico) ---> IL CIRCOLO DI VIENNA (1924 - 1938)

Si riprendono temi del positivismo: l'esaltazione della scienza (Comte) e l'ottimismo per la tecnologia, ma è una corrente più matura, comprende anche i limiti del sapere scientifico ed è influenzata dalla riflessione sul linguaggio (Frege, Wittgenstein, Russell).

A Vienna viene fondato un circolo di intellettuali (scienziati e filosofi perlopiù) che emanerà un manifesto sulla "concezione scientifica del mondo".

Esponenti principali: Moritz Schlick (1882 - 1936), fisico e fondatore del circolo, allievo di Max Planck (1858 - 1947), iniziatore della fisica quantistica. 

Schlick costituisce il principio del verificazionismo, e viene ucciso da un fanatico nazista.

Altro esponente del circolo è Otto Neurath (1882 - 1945), neopositivista e marxista.

E il più famoso è forse Rudolf Carnap, logico e filosofo (1891 - 1970) si occupa prevalentemente di filosofia del linguaggio e insegnò anche in America.

Tratti in comune dei nei-positivisti.
Cercano dei criteri di significanza, per poter distinguere proposizioni con un significato o senza significato 

---> Possibilità di verificare empiricamente il contenuto delle espressioni (controllo di realtà).
Importanza della scienza empirica basata sull'osservazione. 
----> Se solo la scienza ha significato, ciò che non lo è non lo possiede (la metafisica non ha allora significato - non che non è falsa: non ha contenuto.)
Così la religione  o l'occulto. 

Si dice invece qualcosa di sensato quando si fa scienza (giudizi sintetici a posteriori) o ragionando sulle idee (matematica e logica, ma sono deduzioni ordinative) [giudizi analitici a priori]. [Per i neo-positivisti non esistono i giudizi sintetici a priori di Kant]

Altri giudizi non sono ritenuti validi. 
La filosofia allora non deve essere metafisica o esistenzialista, ma analitica. 

Rimane però l'idea dei primi positivisti (Comte)  di estendere l'approccio matematico e la formalizzazione della lingua a materie non esattamente "di scienza forte", come la sociologia o l'etica (ex dell'utilitarismo).

Il criterio (principio) di significanza viene formulato da Schlick è il principio di verificazione. 

---> Ogni proposizione ha significato se sono in grado di immaginare le relative esperienze atte a verificarlo. 
Solo Se è possibile, la proposizione ha significato (a prescindere dal valore di verità).
---> Principio radicalmente anti-dogmatico

ex: In Italia non ci sono vulcani (verificabile pur essendo falsa)
Dio esiste (non verificabile)

La metafisica viene quindi definita priva di senso (ma già per Kant non era fonte di conoscenza, solo di pensiero, del resto ineliminabile dai bisogni umani). 

Carnap però attenua con il passare del tempo la portata di questo principio. 
Dirà che metafisica, etica, religione non avranno senso logico-conoscitivo ma esistenziale- motivazionale. (Verità per me - del singolo alla Kierkegaard)

La critica di Popper


KARL POPPER (1902, Vienna - 1994, Londra)

Vive prima in Austria (entra in contatto con il circolo di Vienna), poi in Nuova Zelanda, quindi in Inghilterra (dove prende la cittadinanza).



«Sentivo che era questo il vero atteggiamento scientifico. Era completamente differente dall'atteggiamento dogmatico, che continuamente affermava di trovare "verificazioni" delle sue teorie preferite. Giunsi così, sul finire del 1919, alla conclusione che l'atteggiamento scientifico era l'atteggiamento critico, che non andava in cerca di verificazioni, bensì di controlli cruciali; controlli che avrebbero potuto confutare la teoria messa alla prova, pur non potendola mai confermare definitivamente.»

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Opere principali:

La logica della ricerca (1935)

The open society and its enemies, (1945) -  La società aperta e i suoi nemici

Conjectures and refutations (1963) - Congetture e refutazioni

Objective knowledge. An evolutionary approach (1972) - Conoscenza oggettiva, un approccio evolutivo.

Cattiva maestra televisione
Karl R. Popper - Edizione "Marsilio" 2002

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Popper è probabilmente uno dei più importanti filosofi della scienza del 900, più che essere legato al Neopositivismo si rifà alle teorie di Einstein.

Le sue teorie non sono verificabili in maniera semplice, seguendo i principi del circolo di Vienna, sono a volte degli azzardi.

Tali azzardi magari sul momento non possono essere verificati, ma hanno un potere predittivo molto efficace. 

Sono dottrine più falsificabili che verificabili. E alcune di queste limitano le teorie precedenti (la teoria della relatività limita quella di Newton a un caso particolare). 

La scienza si rivela sempre più come meno ovvia e certa di un tempo, ma atta ad aprire più campi di ricerca e riflessione.

Popper critica anche l'empirismo logico: la filosofia non può essere SOLO studio del linguaggio, ma deve occuparsi delle grandi questioni (domande) umane (ex etica e politica).

La filosofia si occupa di problemi autentici che non riguardano meramente l'abuso del linguaggio.


---> Limiti del principio di verificabilità: rischia di essere dogmatico. (Popper)
Se dico: ogni proposizione ha significato solo se è verificabile empiricamente, sto parlando di una universale affermativa. 

---> Il problema è che se parlo di una totalità... non posso verificarla empiricamente. [Kant: critica della dialettica trascendentale sulle totalità]
---> Ma allora il principio di verificabilità non ha senso secondo questa logica ristretta.

... Ma anche leggi della fisica diventano non verificabili (ex della gravitazione universale di Newton)

La legge di gravitazione universale afferma che due punti materiali si attraggono con una forza di intensità direttamente proporzionale al prodotto delle masse dei singoli corpi ed inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.

Alla fine rimangono sensate solo le proposizioni particolari. 

---> Allora Come fare scienza?

Popper arriva quindi ad un principio opposto e più performante.

---> Il principio di falsificabilità (o falsificazione) non è un principio di significanza, ma di demarcazione.

Per stabilire cosa è scienza e cosa non è scienza (non ciò che ha significato o meno).
Le frasi della metafisica, per quanto non falsificabili, quindi hanno senso per Popper - ma non sono scienza.

Ha senso parlare di esistenza (o meno) di Dio a prescindere dalla falsificabilità.
Del resto nel corso della storia a volte la metafisica ha suggerito spunti alla scienza (ex di Democrito o di Occam) o ha presupposto in anticipo un sistema ordinato di leggi (Aristotele).


Una frase è scientifica quando posso immaginare un'esperimento che possa falsificare questa affermazione. 

ex "Domani ci sarà il sole", è falsificabile.
L'idea del creazionismo non è falsificabile.

"Domani pioverà oppure non pioverà" sarà sempre vera. --> Non è falsificabile. (Ma sarebbe stata verificabile e vera per il principio di verificabilità).

La legge di gravitazione universale di Newton è falsificabile ma non verificabile. 
(Basta un solo caso per falsificarla --> finché non riesco sarà assunta come vera)

Ma anche il banale "tutti i corvi sono neri" mi dà l'idea di come falsificare sia molto più facile che verificare --> basta un'eccezione.

La falsificazione però è potenziale (la scienza, se tale, deve darmi quella possibilità).

Le asserzioni base sono i migliori falsificatori potenziali (in A esiste B)

La falsificazione deve essere riproducibile e intersoggettiva ---> comunità scientifica. 

Più falsificatori potenziali ci sono in una teoria più  esse sono scientifiche: per questo le teorie di Einstein secondo Popper sono l'esempio perfetto della scienza. Ci sono molti azzardi in questo senso.

---> Conseguenza: la verità della scienza è vera fino a prova contraria. Nessuna teoria è vera per sempre. Nel frattempo sono corroborate (hanno resistito ad alcune critiche o falsificazioni).

Ne viene fuori una visione della scienza molto diversa: non è uno strumento costruito sulla roccia ma su palafitte. 

(Anche la fisica quantistica forse ha più che a che fare con la probabilità che con la certezza).
 
ex. di discipline non scientifiche per il principio di falsificabilità:

Ci sono ambiti criticati in questo senso da Popper, come:

- Il marxismo
- La psicanalisi (ex Freud e Adler)

Per Popper queste discipline non sono scienze, anche se ritenute tali dagli autori e da grandi contesti culturali.
Il problema è che con la teoria marxista o psicanalitica si possono interpretare o verificare molte questioni, ma non hanno dei falsificatori potenziali.

Nel marxismo per la verità ci sono delle previsioni (crisi del capitalismo, caduta tendenziale del saggio di profitto), ma i successori di Marx non l'hanno mai considerate come smentite.

Semplicemente "deve ancora verificarsi quanto previsto da Marx."

Anche in Freud, coloro che non accettavano le interpretazioni (analisi dei sogni o del carattere) non erano pronti per accettare la verità della psicanalisi.

La critica è una rivelazione di qualche blocco psicologico, e come tale viene rifiutata.

Per Popper insomma marxismo e psicanalisi non sono smentibili: sono divenuti dogmi in quanto non falsificabili ---> Utilizzano sempre delle ipotesi di salvataggio per salvare la teoria.


Possibili problemi:

Nella pratica scientifica forse neppure questo principio sarà completamente seguito.

1. La scienza si basa su asserzioni falsificabili, ma anche le falsificazioni sono falsificabili.

La teoria geocentrica era falsificabile ed è stata poi confutata, ma a volte capita che la prova di falsificazione fosse errata o parziale

2. A volte una sola prova non basta a creare delle rivoluzioni, serve un cambiamento più lento e profondo (Kuhn e "i mondi di carta")

Studio del metodo scientifico 

Già in atto con Bacone e Galilei. 
Per Popper NON esiste un insieme preciso di regole metodologiche: si fanno congetture audaci che possono andare incontro a facili smentite, di modo da metterle alla prova
[Fallibilismo]

Tale congetture spesso derivano da motivazioni extra-scientifiche (metafisica, intuizione, mitologia, sogni, caso...) (ex della scoperta delle fibre sintetiche).

Quindi non c'è un metodo per costruire una teoria, ma c'è un metodo per corroborare le teorie (congetture e confutazioni - prove ed errori). 

Se una teoria cade, la scarto. Se resiste alle prove viene corroborata (fino a prova contraria).

Per Popper è proprio l'errore che fa progredire la scienza, non la verità. 

Analisi dell'induzione

Metodo che parte dal particolare e arriva al generale. ---> è un metodo falsamente efficace.

Non sarò mai sicuro di un'affermazione generale (lo diceva già Hume). [Tacchino induttivista di Russell].

Non esiste un'osservazione pura e semplice, si parte sempre da un'idea o una teoria. 

---> Ogni osservazione è carica di teoria. Si parte da una idea e ci si ritorna. Non guardiamo neutralmente il mondo e la mente NON è una tabula rasa

 [Teoria ---> Prova dei fatti --> Risoluzione del problema --> Miglioramento della teoria]

Per Popper la mente è come un faro: getta la luce (interpreta) l'esperimento e l'osservazione e lo scienziato deve essere pronto alla smentita.

TEORIA EPISTEMOLOGICA DEI 3 MONDI

a) Cose e oggetti fisici.
b) Sentimenti, emozioni e pensieri personali.
c) Teorie culturali (scientifiche, metafisiche, religiose) vanno oltre le esperienze personali come le idee platoniche

PROBLEMA MENTE-CORPO

Sono due stadi distinti ma correlati.
C'è qualcosa di prevedibile e qualcosa di non prevedibile (ex delle nuvole e degli orologi)


LA POLITICA DI POPPER

Analisi dello storicismo.
Critica alla filosofia della storia quando intende la storia come un percorso necessario e progressivo (Hegel, Marx, Platone, Comte..)

La storia non ha un suo senso indipendentemente dall'uomo. Dipende anche qui da razionalità, prove ed errori. 

La storia non va letta come una legge unica: la comprendiamo in piccoli spezzoni non in una totalità ---> Non esiste una legge necessaria della storia. Al massimo ha tendenze.

"Gli uomini tendono a vendicarsi quando subiscono un torto", probabile, non necessario.

Ci sono crisi demografiche e poi ricrescite, ma questo alternarsi non avviene necessariamente.

Per P. lo storicismo ha seminato le basi del totalitarismo ---> Se accetto l'idea dello spirito della storia, allora accetterò anche qualche suo profeta al quale per conseguenza non potrò oppormi.

Per lui esistono società aperte e società chiuse.

Nelle società chiuse vi sono dogmi e interpretazioni storiciste. ---> Gli individui non contano e devono adeguarsi al flusso degli eventi, più importante del singolo.

Nelle società aperte, invece, i diritti del singolo sono fondamentali. (Critica a Hegel e Platone). Per alcuni aspetti P. vede Platone come uno statalista totalitario, e questo progetto è stato ripreso da Rousseau e da Hegel.

Contro i totalitarismi bisogna opporre la democrazia: limitare il potere e permettere di rimuovere i propri governanti senza fare rivoluzioni violente. (John Locke e Mill)

Non è importante CHI governa, ma COME governa. 
La struttura di potere più che i soggetti governanti: divisione dei poteri, pluralismo, riformismo.

P. Critica anche le idee delle rivoluzioni, che spesso si rivelano fondamentali ---> portano un carico di esaltazione che rischia di deviare la rivoluzione. 
La fretta che si portano dietro rischia di farle degenerare. 

(Sergio Leone e i problemi della rivoluzione)



Ex. della rivoluzione francese che finisce con il terrore o quella russa che finisce con Stalin, o quella inglese che è finita con Cromwell.

Popper punta quindi al riformismo (e al socialismo liberale): così abbiamo tempo di verificare se le nostre riforme hanno effetti positivi oppure no. 
(Ritorna il discorso del falsificazionismo e della sperimentazione)


Paradosso della tolleranza

La società aperta deve essere tollerante con tutte le idee al di fuori di quelle intolleranti.
Quelle che minacciano il pluralismo e l'esistenza della democrazia. 

“Se estendiamo l'illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti; se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l'attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi.”

Va precisato. Lo stesso Popper dice:

“In questa formulazione, io non implico, per esempio, che si debbano sempre sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finché possiamo contrastarle con argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo dall’opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle decisioni.”

E:

“Ma dobbiamo proclamare il diritto di sopprimerle, se necessario, anche con la forza; perché può facilmente avvenire che esse non siano disposte a incontrarci a livello dell’argomentazione razionale, ma pretendano di ripudiare ogni argomentazione; esse possono vietare ai loro seguaci di prestare ascolto all’argomentazione razionale, perché considerata ingannevole, e invitarli a rispondere agli argomenti con l’uso dei pugni o delle pistole.”

-----> E' più probabile che Popper si riferisse alle azioni ed ai gesti, non alle parole o alle opinioni.
Tant'è che critica i regimi autoritari proprio per reprimere le opinioni altrui. 

---> Popper scrive che il governo dovrebbe punire l'atto di violenza non l'ingiuria. 
Anche perché al momento non è possibile connettere un'azione ad un'idea sociale. 

(Il rischio di semplificare il paradosso della tolleranza ed applicarlo alle opinioni e non ai gesti è - per esempio -  di incolpare Marilyn Manson per Columbine, o i videogiochi di guerra per le violenze in strada... O i comici nel regime afgano. O il caso di Charlie Hebdo..).

Le azioni possono essere dimostrate, le conseguenze delle opinioni no. [vd John Stuart Mill e l'importanza del pluralismo]
---> Reprimere un'idea può portare a diffonderla perfino maggiormente.

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Per approfondire sul paradosso della tolleranzahttps://www.youtube.com/watch?v=LfrwP-tCF3A
































































La filosofia della matematica e della politica di Bertrand Russell

 Filosofia della matematica, della logica e linguaggio: Bertrand Russell


Bertrand Russell, 1872 - 1970



Inglese, nobile, vive praticamente un secolo. Esponente importante della filosofia analitica (anglosassone).
Si occupa prevalentemente di matematica e logica, ma anche di etica, politica e religione.
Diviene un personaggio celebre anche per le sue interviste e le sue posizioni politiche e intellettuali 
---> Era convinto della necessità degli intellettuali di "prendere parte" al dibattito del momento, e per questo finirà anche in carcere. 

In matematica impara da Giuseppe Peano e i suoi studi sulla notazione. 
A suo parare bisognerebbe utilizzare un linguaggio chiaro e privo di ambiguità sia in matematica sia in filosofia.
----> Studi sui principi della matematica, scritto con Whitehead.

Con la prima guerra mondiale assume posizioni pacifiste criticando la coscrizione obbligatoria e la carneficina del momento.
Fu accusato di disfattismo e tradimento --> Venne licenziato da Cambridge, multato e brevemente incarcerato "per pacifismo".

Scrisse anche di varie dottrine politiche, specie nel socialismo liberale, ma criticando il bolscevismo e la morale tradizionale della religione. Venne licenziato infatti anche da università americane dove si era trasferito.

Raggiunse però una fama come scrittore (premio nobel per la letteratura).
Nel 1955 promosse il manifesto "Einstein-Russell" raccogliendo il consenso di molti intellettuali nel chiedere il disarmo nucleare, durante la guerra fredda.


Opere principali

1903 - I principi della matematica 

1927 - Perché non sono cristiano

1930 - La conquista della felicità

1936 - Which Way to Peace?

1945 -  Storia della filosofia occidentale

1965 - On the Philosophy of Science 

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Il valore della filosofia va ricercato proprio nelle trame della sua incertezza, l'uomo che non ha sprazzi di filosofia vive nella prigione costruita dai pregiudizi del senso comune, da quelli della sua età e della sua nazione, e di tutti quelli con cui egli è cresciuto senza il consenso deliberato della sua personale ragione. 
Per un uomo del genere il mondo appare limitato, ristretto, quasi ovvio. Ogni domanda o ricerca sulle cose del quotidiano perde di senso, ed ogni quesito atipico viene prontamente rigettato. 

Ma appena iniziamo a filosofare, al contrario, noi vediamo che perfino gli oggetti più comuni possono offrirci delle domande a cui la risposta spesso non è raggiungibile. La filosofia, proprio tramite la sua incertezza sopra ai dubbi che causa, può allargare i nostri pensieri e liberarli dalla tirannia dell'abitudine e dei soliti costumi. 
Questo, per quanto diminuisce la nostra certezza su come le cose sono fatte, ingrandisce la nostra conoscenza su come le cose potrebbero essere. 
Ci libera da quella sorta di dogmatismo che provano quelle persone che non hanno mai viaggiato in quelle regioni dove si trova la forza liberatrice del dubbio e tiene viva la nostra meraviglia, la nostra capacità di stupirci nel trovare aspetti comuni nelle cose non comuni”. 

Non è bene né dimenticare le domande che la filosofia pone né persuaderci di aver trovato incontrovertibili risposte. Insegnare a vivere senza la certezza e tuttavia senza essere paralizzati dall’esitazione è forse la funzione principale cui la filosofia può ancora assolvere, nel nostro tempo, per chi la studia.

(Bertrand Russell)

Lo scopo della filosofia è di partire da qualcosa di tanto semplice da non sembrare degno di essere detto per arrivare a qualcosa di tanto paradossale che nessuno vi crederà.

(Bertrand Russell)

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FILOSOFIA  DELLA MATEMATICA E DEL LINGUAGGIO

Per Russell la filosofia deve prendere spunto dal rigore e dalla chiarezza della matematica. 

--> Deve divenire un metodo che si avvalga di logica ed esperienza per percepire la realtà.
--> Portare ai minimi termini il linguaggio (proposizioni atomiche) per semplificarlo e chiarirlo (perché il problema della conoscenza per lui è un problema di linguaggio).


Problemi del linguaggio: le fallacie o i paradossi sono naturali e fanno parte del linguaggio, o possono essere evitate con degli stratagemmi? Il linguaggio è naturale o convenzionale?

Russell cerca una filosofia della certezza e della verità (riprendendo Frege, Carnap Wittgenstein)

---> Una verità però non idealistica, ma relativa alla logica e al linguaggio: luogo di comprensione e di significato.

Progetto del logicismo: ricerca di una logica formale moderna, che non presenti le ambiguità del linguaggio e sia utilizzabile in matematica.

---> Tentativo di evitare le antinomie (paradossi) con un linguaggio e una logica prive di ombre o variabili.

Segue le idee di Frege in materia, ma sa che c'è bisogno di una logica più ampia di quella greca-classica (Aristotele).

Con Aristotele si collega a un soggetto un certo predicatotutti gli uomini sono mortali.
Ma la logica deve poter descrivere delle relazionali. 

In matematica per ex si confrontano due soggetti.

3 = 3; 3 > 2;   A < B

Qui si confrontano due soggetti. Servono inoltre diversi tipi di relazione.

Relazioni simmetriche e asimmetriche.

Pietro è padre di Alfredo (ma Alfredo è figlio di Pietro) [non simmetrica]
Silvia è sorella di Pamela [simmetrica]

Proprietà transitiva

6 > 3    3 > 1 quindi 6 > 1

4 operatori logici fondamentali (connettori)

Matematica: addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione (+, -, x, :)
Logica: E, O, NON, SE -> ALLORA


Se è vero x, allora y    (se x -> y)
Se piove, prendo l'ombrello.

I connettori permettono di collegare delle classi (gli insiemi).
Se Socrate è un uomo, l'elemento Socrate è incluso nell'insieme degli uomini.

L'idea è di trasformare la matematica in logica. [Formalizzare la matematica]
Descriverla con pochi assiomi e concetti.

Ma si verificano dei problemi, descritti proprio nel problema (paradosso) di Russell.

--> Se prendo l'insieme di tutti gli insiemi che non appartengono a se stessi, esso appartiene a se stesso oppure no?
Se appartiene a se stesso, allora non vi appartiene.
Se non vi appartiene, allora vi appartiene.

Detta altrimenti (paradosso del barbiere): se su un'isoletta l'unico barbiere taglia la barba solo a tutti coloro che non sanno tagliarsela da soli, ed il barbiere è perfettamente sbarbato, si fa la barba da solo o no?
Si cade in un paradosso. 
Dovrebbe farsela: inizialmente non se la fa da solo.
Non può farsela, perché se lo fa se la sta facendo da solo, ma allora non dovrebbe farsela.


Anche per questo il progetto di trasformare la matematica in logica non funzionò

----> Però per Russell il paradosso del barbiere non era insito alla struttura della matematica, ma era necessario scoprire un altro modo per formalizzare logicamente la matematica.

--> Idea di cercare un linguaggio privo di queste ambiguità.

Infatti  Russell utilizza la teoria dei tipi per tentare di limitare il problema.

I predicati che si possono attribuire alle cose hanno vari livelli.

Oggetti e predicati di tipo 1: enti individuali.

Tipo 2: classi (ex insieme degli uomini)

Tipo 3: raggruppa classi di tipo 2.

Tipo 4: raggruppa classi di tipo 3....

Se posso fare questa distinzione, posso applicare le proprietà di un livello solo alle classi inferiori, e non a quello superiore.
La proprietà degli insiemi di "non appartenere a se stessi", va bene per il tipo 3, non per il tipo 4. 
Lo scopo è di uscire dai paradossi, ma con questo metodo si creano barriere limitanti e complesse nella logica matematica. 

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Problema della denotazione

Distinzione tra denotazione e senso (Frege)

Per Frege (altro filosofo analista) c'era la denotazione: la parola che denota un oggetto. Rimane oggettivo. ---> Però per Frege non posso parlare di cose che non hanno un corrispettivo nel mondo.

(Per il pragmatismo non necessariamente il linguaggio utile e vero è correlato all'empirismo: "il triangolo quadrato non esiste" ---> Ha senso per il pragmatismo ma non per Russell)

Il senso è il contenuto informativo della parola. Può differire. 

Per Russell la limitazione della denotazione è problematica.

Esiste "'attuale Re di Francia"? o "la classe degli uomini"?

---> Per Russell si possono usare ---> nuova denotazione di Russell (applicazione del rasoio di Ockam)
Gli enti non si devono moltiplicare se non ce n'è necessità

Ockam criticava l'inutilità delle idee platoniche, in quanto enti in più, non necessarie.

"L'autore dei Promessi Sposi" è il medesimo ente di "Alessandro Manzoni".
Posso quindi semplificare certe espressioni per renderle reali.

Come verificare una frase come "L'attuale Re di Francia è calvo?"

"L'attuale Re di Francia" non esisterebbe ma esiste almeno un essere umano vivente che corrisponde al Re di Francia attuale. ---> in questo caso posso verificarlo. --> se non c'è uno (e uno solo) essere umano che ha quella qualità, allora la frase è falsa.

Così posso usare delle descrizioni più ampie dei nomi propri come denotazione chiara.

Capisaldi della filosofia del linguaggio (logica) di Russell

1. Il linguaggio è costituito da enunciati (proposizioni)
2. Gli enunciati sono costituiti da simboli che indicano fatti (o loro costituenti) che possono essere veri o falsi (si verificano = veri; non si verificano = falsi)
3. Di questi fatti bisogna avere conoscenza diretta (per comprendere i simboli)
4. Ogni conoscenza diretta è però diversa da individuo a individuo

---> Però allora il linguaggio naturale presenterà sempre ambiguità, perché non vale per tutti i soggetti allo stesso modo.
Perché tramite un linguaggio perfetto comunicare diverrebbe impossibile, perché ogni conoscenza diretta è diversa per individuo a individuo (il senso è differente).

Se il senso fosse uguale, e l'esperienza restasse diversa, non ci sarebbe comprensione. Ogni senso sarebbe troppo ristretto. 

---> Non possiamo creare un linguaggio perfetto, quell'ambiguità serve: è necessaria
Usiamo etichette più vaghe delle nostre esperienze proprio per poter comunicare.


Teoria della conoscenza

Ci sono 2 tipi di conoscenza: diretta (by acquaintance) o indiretta (per descrizione - by description)

Diretta: si basa sulle mie esperienze. 

Ogni conoscenza diretta è fondamentale e diversificata da soggetto a soggetto. 

---> Questa conoscenza è dentro di noi (alla Hume): non conosco Abelardo o Chiara, conosco quello che i miei sensi e la mia mente mi comunicano di Abelardo o Chiara.
Secondo Russell è la conoscenza più forte esistente.

Abbiamo infatti conoscenza dei dati sensibili e degli universali.
"Socrate è morto"; "Socrate è un filosofo". 
"Il gatto è morbido". Attribuisco degli universali (aggettivi, verbi...) ad un soggetto. ---> sono universali intemporali al di là del soggetto. (Posso usarli anche al di fuori del soggetto)

"Morbidezza" "Morte" e via dicendo.

Esiste poi la conoscenza per descrizione (indiretta).

Non posso farmi bastare la conoscenza diretta: è forte, ma personale. ---> Rischio di cadere nel solipsismo o almeno nello scetticismo.
Per fare scienza devo andare oltre. 

Noi vediamo un tavolo, non sappiamo se esiste quel tavolo (alla Kant). Ma nel ricevere quell'immagine ho anche una descrizione della mia esperienza, ed è facile supporre che questa descrizione derivi da qualcosa di esterno, perché?

Perché gli stati interiori coincidono nel tempo e nell'intersoggettività (sono coerenti e costanti). 
---> Torna verso l'empirismo

[Che comunque sia è un presupposto indimostrabile, ma lo è anche quello dello scetticismo o peggio del solipsismo]

"Ci permettemmo di pensare che l'erba fosse verde" ---> scommessa dell'empirismo.
---> Tutti guardiamo lo stesso mondo, anche se lo vediamo con delle variazioni. 

Tale conoscenza indiretta (per descrizione) è però meno certa in quanto mediata: deriva da un ragionamento (inferenza), lo ricavo.

---> La scienza è una conoscenza valida (non sempre certa) che ci permette di conoscere (e controllare) il mondo.

Per 2 basi:

a) ---> L'empirismo permette di riconoscere le proposizioni atomiche, come "Anassagora è ateniese".

Si tratta di distaccarsi dal presupposto teorico  dell'idealismo (Hegel, Berkley...) e fidarsi dell'esperienza.
Queste proposizioni posso poi utilizzarle in argomentazioni e in filosofia. 

b) ---> Buon uso della logica per ordinare quelle proposizioni. ---> posso costruire l'adeguata argomentazione. 
Anche gli oggetti della matematica sono realtà da scoprire, non convenzioni da inventare. 
(era un periodo in cui il relativismo in matematica era in voga, per ex con le geometrie non euclidee)

PERCHE' NON SONO CRISTIANO




Promuove il suo ateismo in una serie di saggi, e trovano posto vari temi: etica, pacifismo, libertà.
La religione è un male perché ti spinge ad un atto di fede, quindi ad aderire a idee e persone in modo autoritario o convenzionale. 

---> Trova invece necessarie l'indipendenza e l'emancipazione: tutti noi abbiamo risorse utili a sviluppare il nostro pensiero. 

ELOGIO DELL'OZIO E FELICITA'

Testo divulgativo e tra i più famosi. 

La felicità si raggiunge tramite un equilibrio di attività interne ed esterne. Accettazione di se stessi, mantenimento e nutrimento di buone relazioni e obiettivi da raggiungere. 
Continuo equilibrio tra sforzo costante ed accettazione. 
(Alti impegni, basse aspettative)

Capovolgimento di un vecchio paradigma: si deve essere felici per essere buoni, e non viceversa (alla Socrate) 

---> Bisogna educare i giovani a desideri armonici con i loro altri interessi e con quelli degli altri, ma non bisogna soffocare la loro libertà, o per compensazione poi faranno di peggio. 

---> Critica all'educazione religiosa ---> esempio del matrimonio: se non ci si frequenta prima del matrimonio il rischio è di generare una coppia infelice o che potrebbe tendere al tradimento. 

---> Pensare ai problemi... solo quando ci sono i problemi, per vivere nel presente e non nel passato (post-sofferenza) o nel futuro (pre-sofferenza). 

---> Consiglia di coltivare la capacità di tolleranza e di espansione, per vivere più intensamente la vita. ---> Avere più interessi, così da non dover dipendere da un'unica fonte (invito alla curiosità).
---> Espansione delle relazioni ben nutrite (cordialità)

Anche per questa doppia ricerca è fondamentale avere tempo per oziare: R. critica l'iper-produttività della vita moderna, che dimentica tempi di pausa utili per pensare, avere nuove idee e riflettere sull'arte, la scienza e la filosofia. 

Politica: giustizia sociale, uguaglianza individuale, pacifismo e disarmo. 

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Approfondimenti

La teiera celeste




«Molti benpensanti si esprimono come se fosse compito dello scettico smentire i dogmi e non del credente dimostrarli. 

Se io sostenessi che tra la Terra e Marte vi fosse una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un'orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché io avessi la cura di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata persino dal più potente dei nostri telescopi. 

Ma se, visto che la mia asserzione non può essere smentita, io sostenessi che dubitarne sia un'intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe giustamente che stia dicendo fesserie.
 Se però l'esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità e instillata nelle menti dei bambini a scuola, l'esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all'attenzione dello psichiatra in un'età illuminata o dell'Inquisitore in un'era antecedente.» 

Bertrand Russell

«Il motivo per cui la religione organizzata va apertamente osteggiata è che, a differenza della fede nella teiera di Russell, la religione è potente, influente, esentasse e inculcata sistematicamente in bambini troppo giovani per difendersi da sé. Nessuno obbliga i bambini a trascorrere i propri anni formativi memorizzando libri folli che parlano di teiere. Le scuole sovvenzionate dal governo non escludono i bambini i cui genitori preferiscono teiere di forma sbagliata. I credenti nella teiera non lapidano i non credenti nella teiera, gli apostati della teiera, i blasfemi della teiera. Le madri non mettono in guardia i loro figli dallo sposarsi coi pagani, i cui genitori credono in tre teiere invece che in una. Le persone che versano prima il latte non gambizzano quelle che mettono prima il tè.»

(Richard Dawkins)



giovedì 2 marzo 2023

Utilitarismo e filosofia della scienza: Bentham, Mill e John Stuart Mill

 Utilitarismo e filosofia della scienza






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Jeremy Bentham e l'utilitarismo. [ 1748 - 1832, Londra ]


Opere:

"Frammento sul governo" ( 1776 ) "Difesa dell'usura" ( 1787 ) "Introduzione ai principi della morale e della legislazione" ( 1789 ) "Trattato di legislazione civile e penale" ( 1802 ) "Tavola dei motivi dell'azione" ( 1815 ) "Saggio della tattica politica

Premessa

Positivismo, indirizzo che tenta di far aderire ogni aspetto della vita umano allo sguardo scientifico, pure in campi di solito non considerati in tal senso.

L'utilitarismo nasce in Inghilterra nel 1800, è un campo ancora attivo specie in filosofia analitica - anglosassone . 
---> Tentativo di applicare le regole scientifiche e matematiche anche al campo della morale.
---> Filosofia anti-idealista e attiva ora in America e Australia, liberale e empirica (Locke, Hume).

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Come mai ci comportiamo in un certo modo? Come dovremmo comportarci?

Il sottofondo è il pensiero che anche il comportamento, il bene e il male siano misurabili e quantificabili.

Per gli utilitaristi il Bene non è qualcosa di astratto o trascendente.
Il bene è La felicità per il maggior numero di persone possibile (---> Dovrebbe essere lo scopo della società, già esposta da Beccaria o Jefferson).

Figure principali dell'utilitarismo sono Jeremy Bentham e James Mill.

Bentham fu filosofo, economista e politico, è considerato il padre di questa corrente.

Tenta di applicare le leggi della matematica all'ambiente etico.

Mill è suo allievo e inserirà elementi maggiormente psicologici nella sua filosofia, seguendo la via tracciata da Hume.
Anche il figlio di James (John Stuart Mill) è parzialmente considerato un utilitarista.


MORALE

Lo scopo di ogni azione umana è relativa alla felicità sociale (individuale e sociale)
---> Le azioni non sono buone o maligne oggettivamente.

Lo sono a seconda del piacere  o del dolore che provocano (conseguenze-utilità).
Non è una morale basata sulle virtù (Aristotele) o sulla coscienza (Socrate) ma su condizioni esterne. 
Non si basa sui dogmi o sulla religione e neppure sui valori, le intenzioni o leggi morale (Kant).

Quindi misuro il piacere e il dolore (ex stoicismo: piacere della liberazione e della volontà, dolore della fatica) e scelgo di conseguenza.

Nelle azioni buone il piacere supera il dolore e viceversa (a livello sociale e non solo individuale).
Nell'utilitarismo non ci sono comandamenti ma calcoli in base all'utilità pragmatica delle azioni.
Le intenzioni sono secondarie, quanto conta sono le conseguenze.
Se fai del bene per egoismo, stai comunque facendo del bene.

[Magari produco farmaci con il solo intento di ricavare denaro, ma intanto aiuto molte persone]

Però non è sempre così facile fare questo calcolo, o considerare equamente il nostro piacere-dolore e quello altrui.

---> Bentham sviluppa una sorta di Ricerca dell'algoritmo, tramite 7 parametri

1. Intensità del piacere
2. Durata del piacere
3. Certezza (differenza tra previsione e verifica delle conseguenze delle azioni)
4. Prossimità (vicinanza e raggio d'azione - spazio)
5. Purezza (ex dono: piacere del regalo, dispiacere del prezzo)
6. Fecondità (catena dei piaceri derivati a cascata: --> circolo virtuoso)
7. Estensione (quante persone vengono toccate da quel piacere)

----> Tramite questi misuratori posso misurare numericamente il valore delle azioni

ex: Mangiare la pizza  = 25; invitare amici a mangiarla = 30...
---> la scelta diviene "matematica"

Critica di J. S. Mill educato secondo questi principi sostiene però che la sua vita è stata traviata da questi pensieri. Ogni scelta era divenuta un calcolo matematico. 
----> Cercherà di modificare la teoria per renderla più adattabile.

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POLITICA

Bentham si occupa anche di politica, segue le ispirazioni dell'empirismo inglese e diviene un liberale, sottolineando l'importanza dei diritti e delle azioni individuali: siamo noi gli artefici del bene. 

(Libertà di parola, pensiero, di economia ---> mano invisibile di Adam Smith)
In questo gli uomini non dovrebbero essere frenati dallo Stato o dalla religione.

Bentham sottolinea l'importanza dell'egoismo virtuoso (che può generare bene negli effetti).
Ritorna il discorso della separazione politica dei poteri; l'importanza dei diritti delle donne (ci sono più vantaggi concreti se hanno pari diritti) e dell'abolizione della schiavitù (che provoca più dolore che piacere).

Per lo stesso motivo scrive contro la tortura e pro divorzio. Ancora, della depenalizzazione della sodomia e dell'omosessualità (Wilde e Turing finirono in carcere per tali motivi)

Difenderà anche la legittimità dell'usura contro l'intervento dello stato

Bentham crede che anche gli animali abbiano diritto alla felicità --> si muoverà per divulgare i diritti degli animali.

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James Mill, 1773 - 1836,  scozzese
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Opere:

 Analisi dei fenomeni dello spirito umano (1829)

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James Mill riprende queste concezioni ma inserendole in un quadro psicologico. 
Anche lui segue le tracce di Hume

In particolare il principio di associazione: conosciamo il mondo a partire dall'esperienza e dai sensi. Le impressioni si trasformano in idee (ricordo\immagine della sensazione). 

Si ragiona associando queste idee. Esse tendono a combinarsi nella nostra mente.
Le idee si associano per contiguità (prossimità spazio-temporale), somiglianza, causalità (che comunque è un'abitudine motivata dalla ripetizione).

---> Più un'azione ci genera piacere più tendiamo a replicarla; e viceversa.

Qualcuno può però abituarsi alla truffa perché ignorando (Socrate \ Bentham) i parametri di cui sopra prova più piacere che dolore, salvo rendersi conto in ritardo.

---> La società dovrebbe educare ed aiutare a generare abitudini positive, per generare più piacere possibile e meno dolore possibile.

---> Al bambino bisognerebbe dimostrare gratitudine, gentilezza, altruismo...
E fargli notare gli effetti benefici o dannosi del suo comportamento, tramite il principio di associazione, agendo a livello psicologico grazie all'utilità e all'abitudine.

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John Stuart Mill, (1806 - 1873)

(1848) Principles of Political Economy (Principi di Economia Politica)
(1859) On Liberty (Saggio sulla libertà)
(1861) Utilitarianism (Utilitarismo)
(1874) Essays on Religion (Saggi sulla religione)

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Vita

Figlio di James Mill, fu educato secondo il metodo utilitarista e immerso in un ambiente culturale fiorente: studiò latino e greco già da bambino, studiò letteratura, matematica, scienze naturali e logica. 

A 10 anni leggeva testi in latino e greco antichi. 


Pensiero

La sua filosofia si basa sull'abbraccio tra rigore logico e buon senso.
Il punto iniziale è sempre la logica.

Mill pone due forme di ragionamento come base della scienza: l'induzione e la deduzione.


Il problema della deduzione è però la premessa (come faccio a sapere che è vera? lo derivo dall'esperienza).
Utilizzo quindi l'induzione ---> la deduzione si basa sull'induzione.

L'induzione, però, è problematica, come diceva già David Hume. 
---> Basta un caso contrario per contraddirla ("tutti i cigni sono bianchi")

Mill propone la legge di uniformità della natura: se un fenomeno x si ripete al medesimo modo forse la natura farà in modo che sarà sempre così.

Ma come sappiamo che la natura è uniforme?

Dal riscontro omogeneo nella storia. Solo che stiamo ancora usando l'induzione per ottenere questa concezione. (Critica: ragionamento circolare)

Solo che per Mill questa legge di uniformità è decisamente confermata e finché non ci troveremo di fronte a una confutazione possiamo darla per certa. ---> Indaghiamo allora la causalità della natura.

Se conosco le cause posso prevedere i fenomeni. ---> Se voglio cambiare la natura o il mondo dovrò agire su queste cause.

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Pensiero sociologico

La prevedibilità della natura (scienze naturali) vale anche per gli uomini? (scienze sociali)
---> Se il comportamento umano è prevedibile si annulla il libero arbitrio.

Ma se l'uomo è totalmente libero non possiamo fare scienza nel sociale.

Per Mill possiamo spiegare un comportamento con l'analisi di una serie di cause
(Quali sono le cause di un determinato furto? Sociologiche, economiche, storiche... ma anche quella legata alla volontà intenzionale).

Lo scienziato può studiare il contesto e le cause indirette e poter prevedere una probabilità ma non una certezza --> Non posso sapere come andrà a finire a causa della scelta.

Posso per esempio fare pedagogia scientifica: sperimento vari metodi per verificare quale sia il metodo migliore.
 ---> Non implica che ogni bambino verrà educato sempre bene. In buona parte dipende sempre dal caso specifico e dalla scelta.

ECONOMIA

Anche in questo ambito Mill tenta di applicare logica e mediazione.

Mill divide la sezione produttiva e sezione distributiva.

Nella scienza della produzione vi sono regole oggettive (non posso decidere facilmente quanto produrre entro un certo limite).
La distribuzione però dipende dalla volontà umana. 

Critica quindi la necessità sostenuta dai liberisti (libero mercato) 
---> possiamo redistribuire liberamente la ricchezza su base sociale, per favorire i più deboli.

Ma critica anche Marx e il comunismo: ---> non si deve sottomettere il singolo agli interessi collettivi per non ledere la libertà individuale.

ETICA

Le azioni sono giuste nella misura in cui tendono a promuovere la felicità.

Posso usare una regola razionale, come l'utilitarismo (raggiungere la massima felicità per il maggior numero di persone possibile), ma l'adesione alla regola resta volontaria.

È meglio essere un uomo malcontento che un maiale soddisfatto, essere Socrate infelice piuttosto che un imbecille contento, e se l'imbecille e il maiale sono d'altro avviso ciò dipende dal fatto che vedono solo un lato della questione.

POLITICA

E' fondamentale garantire la massima libertà per il benessere di tutti.

Difendere le libertà individuali (religione, stampa, gusto, opinione)
Ma questa libertà non deve mai ledere la libertà altrui (collettiva). Non posso fare del male agli altri.

Bisogna lasciare però il diritto di parola anche per opinioni che mi sembrano sbagliate.

Del resto, o l'opinione del caso è sbagliata, ed allora perdo l'occasione di avvicinarmi alla verità.
O l'opinione è davvero sbagliata, ma allora mi darà occasione di rafforzare la "mia" verità.

Una verità che non nasce dal confronto, dal conflitto o dal contrasto è una verità debole, o autoritaria, o ambo le cose.

Per Mill i conflitti di opinione e le differenze arricchiscono la società, e la verità nasce proprio dal diritto alla diversità (perfino all'egocentrismo, contro il conformismo).

Tale varietà va difesa sia dall'autorità statale o tirannica, sia dalla maggioranza. 
---> Contro la dittatura della maggioranza. 
Spesso la maggioranza per Mill è dalla parte del torto.

La "tirannia della maggioranza" è attualmente inclusa tra i mali verso i quali la società deve stare in guardia

Se si vietasse di dubitare della filosofia di Newton, gli uomini non potrebbero sentirsi cosí certi della sua verità come lo sono. Le nostre convinzioni piú giustificate non riposano su altra salvaguardia che un invito permanente a tutto il mondo a dimostrarle infondate.

Se tutti gli uomini, meno uno, avessero la stessa opinione, non avrebbero diritto di far tacere quell'unico individuo più di quanto ne avrebbe lui di far tacere, avendone il potere, l'intera umanità. 

Mill difende poi l'importanza della parità tra uomini e donne. Non per assimilare i due pensieri, ma per dare la medesima importanza ai due gruppi e valorizzare le specifiche differenze di ogni gruppo.

Io mi propongo in questo saggio, di spiegare colla maggior possibile chiarezza, le ragioni sulle quali si fonda una opinione, che io ho abbracciata fin da quanto si formavano le mie prime convinzioni sulle questioni sociali e politiche, e che ben lungi dal fiaccarsi e modificarsi colla riflessione e la esperienza della vita, non fece che ingagliardire viemmeglio con esse. Io credo che le relazioni sociali dei due sessi, che sottomettono l'un sesso all'altro in nome della legge, sono cattive in sé stesse, e costituiscono oggidì uno dei precipui ostacoli che si oppongono al progresso dell'umanità: io credo ch'esse debbono dar luogo ad una perfetta eguaglianza senza privilegio, né potere per l'un sesso, come senza incapacità per l'altro.

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Walt Whitman su Mill

Chi venisse richiesto, ad esempio, di indicare i principali punti di contrasto tra la vita moderna, politica e non, in Europa e in America, e gli antichi culti asiatici quali sopravvivono ancora per tradizione in Cina e Turchia, potrebbe trovarli elencati nel profondo saggio di John Stuart Mill sulla libertà nel futuro, dov'egli richiede, per una nazionalità veramente grande, due costituenti principali, o substrati – 1°, una grande varietà di personalità – e 2°, piena libertà per la natura umana di espandersi in innumerevoli direzioni, anche in contrasto tra loro – (cosa che, per la generale umanità, sembra assai simile agli influssi che determinano, nel loro campo illimitato, quella perenne azione salutare dell'aria che chiamiamo tempo atmosferico – un numero infinito di correnti e forze, di contributi e temperature e contrasti, il cui incessante giuoco di controparti produce un rinvigorimento e una vitalità costanti). 

(Walt Whitman)






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Fonti, esempio: storia della scuola e oggetti che parlano

 Documenti e foto di repertorio: la scuola negli anni Foto 1 Foto 2 Foto 3 Foto 4 POSSIBILE INTERVISTA ALLO "STUDENTE DEL PASSATO"...