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lunedì 20 marzo 2023

Viktor Frankl - La logoterapia

 Viktor Emil Frankl

Psichiatra, neurologo e filosofo.

Inventore della logoterapia.

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(Vienna, 26 marzo 1905 – Vienna, 2 settembre 1997) 




E' stato un neurologo, psichiatra e filosofo austriaco, uno fra i fondatori dell'analisi esistenziale e della logoterapia, metodo che tende a evidenziare il nucleo profondamente umano e spirituale dell'individuo.



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Opere principali

La sofferenza di una vita senza senso

Alla ricerca di un significato della vita

Lettere di un sopravvissuto. Ciò che mi ha salvato dal lager

L'uomo in cerca di senso. Uno psicologo nei lager - (prima ed. 1946)

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" Chi ha un perché per vivere può sopportare qualsiasi come", Nietzsche

 “Vivi come se tu stessi vivendo per la seconda volta e come se la prima avessi sbagliato così tanto da non poter sbagliare ora!”

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Viktor Frankl è legato alla così detta "Terza scuola" della psicoanalisi.

Se la prima è legata a Freud e al suo principio di piacere, la seconda ad Adler e alla sua volontà di potenza, quella di Frankl è connessa al senso (will to meaning) dal quale deriva l'invenzione della logoterapia.


Lo psicologo nei lager

«Che cos'è, dunque, l'uomo? Noi l'abbiamo conosciuto come forse nessun'altra generazione precedente; l'abbiamo conosciuto nel campo di concentramento, in un luogo dove veniva perduto tutto ciò che si possedeva: denaro, potere, fama, felicità; un luogo dove restava non ciò che l'uomo può "avere", ma ciò che l'uomo deve essere; un luogo dove restava unicamente l'uomo nella sua essenza, consumato dal dolore e purificato dalla sofferenza. Cos'è, dunque, l'uomo? Domandiamocelo ancora. È un essere che decide sempre ciò che è.»

(Homo patiens. Soffrire con dignità)

Frankl, dopo aver studiato medicina e psicologia è stato internato in vari campi di concentramento. In quel periodo ha perso gran parte della famiglia, tra cui la madre e la moglie. 

Il padre muore tra le sue braccia, delle due donne scopre la scomparsa solo una volta liberato.

La sua competenza ed esperienza danno una visione particolare della sua tragedia nei campi nazisti. 

Il libro racconta quell'esperienza terribile dal punto di vista psicologico e medico.

Per Frankl ci sono 3 fasi nella vita internata.

1 - Lo shock iniziale: il periodo necessario all'accettazione di quella nuova vita, connesso ad un grado di incredulità e di curiosità morbosa per quello che accadrà a breve. Permane una certa illusione, che la situazione possa non essere così terribile.

2 - La resa: la progressiva apatia e la morte interiore, quando gli internati si rendono conto della situazione. Il lager porta alla spersonalizzazione. 

3 - La liberazione: ne consegue un iniziale senso di smarrimento e di perdita, ed è necessaria una fase di recupero e riabilitazione per tornare alla "vita normale". Così come la probabile delusione di non trovare nessuno a casa, o la necessità di NON essere definiti come i sopravvissuti dai lager. [Istituzionalizzazione]


«Guai a chi non si ritrova l'unico suo sostegno del tempo trascorso nel lager - la creatura amata. Guai a chi vive nella realtà l'attimo del quale ha sognato nei mille sogni della nostalgia, ma diverso, profondamente diverso da come se l'era dipinto. Sale sul tram, va verso la casa che per anni ha visto davanti a sé nei pensieri e solo nei pensieri, suona il campanello - proprio come lo ha desiderato ardentemente in mille sogni... ma non gli apre la persona che avrebbe dovuto aprirgli - e non gli aprirà mai più la porta.»

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Il tempo nel lager è senza fine, senza senso, il futuro viene cancellato. Senza futuro non c'è progetto né speranza.  Non sai fin quando resterai lì dentro, è una sospensione senza limite. Ciò che resta del tempo sono pezzi: di lavoro estenuante, di brevissime pause, di sofferenze e di piccoli pranzi.

"Oggi non mi sono rotto nulla. Fra poco mangiamo la purea di patate. Oggi non sono morto".

Le cose materiali e animali diventano fondamentali: nel lager i prigionieri parlano sempre di cibo o mera sopravvivenza, perché non gli rimane altro in apparenza. Ci si dimentica progressivamente del bisogno sessuale, non rimane che la vita nuda. 

Gli unici sentimenti sono una vaga speranza per la politica esterna e la nostalgia per la vita passata. 

Per Frankl però perfino nel lager qualcosa può salvarti. Perfino lì la vita può avere un senso.

 La vita ricettiva (percepire arte e bellezza) e quella creativa (darle un senso con l'azione) nel lager non esistono, ma deve avere senso anche la vita nuda, perfino la sofferenza.

Riescono a sopravvivere non tanto gli uomini più forti fisicamente, ma quelli che non perdono del tutto la propria identità. Lui si era aggrappato alla speranza di rivedere la moglie (Tilly Grosser) - e con lei intavolava mentalmente discorsi, era la sua trascendenza dal campo. 

Allo stesso modo si era legato al suo lavoro: aveva delle opere da scrivere e terminare. Ancora, poteva essere utile come medico nel campo. 

E questo aggrapparsi al senso poteva valere per tutti. Per Frankl l'atteggiamento che ti può salvare quando tutto va a rotoli è quello in grado di trasformare la sofferenza in significato.

Cita Spinoza quando dice che "una sofferenza smette di essere tale appena ce ne facciamo una idea chiara e distinta".

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Ma cos'è questo senso e come si trova?


Frankl dopo la liberazione ha aiutato molti studenti austriaci a superare pensieri suicidari. Per lui era fondamentale aiutarli a ridare un senso alla propria esistenza, spesso dovuta - anche in tempi moderni - all'industrializzazione, al consumismo e il dominio della tecnica.

Per Frankl (come per gli esistenzialisti e per Nietzsche) la vita non ha un senso oggettivo e uguale per tutti, ognuno deve trovare il suo: unico e particolare.

Per farlo è necessario un rovesciamento copernicano.

«Non importa affatto che cosa possiamo attenderci noi dalla vita, ma importa, in definitiva, solo ciò che la vita attende “da noi”»

«L'uomo può essere nel suo intimo più forte del destino che gli viene imposto dall'esterno

 Insegnarlo ai disperati: non chiedersi cosa possiamo attenderci noi dalla vita, ma riconoscerci come gente alla quale la vita pone continuamente delle domande.

Ci tocca rispondere, e non solo con parole, ma con azioni e comportamenti.

Trovando la nostra unicità, che è il vero miracolo della vita umana.

Questo nessuno glielo può togliere.

Quel masso è suo, come direbbe Sisifo, sorridendo. [Camus]

Quanto hai vissuto, nessuno può togliertelo.

Per Frankl La vita si dimostra incondizionatamente significativa, a prescindere dalla circostanza.

Nelle situazioni critiche dimostriamo coraggio e creatività nel rispondere alla situazione: dipende dall'atteggiamento con il quale rispondiamo al destino (a quanto accade).

Strappare e conquistare a questa vita un senso è concesso all'uomo fino al suo ultimo respiro. Per farlo bisogna però spostare il focus da noi stessi agli altri (self-transcendence).

La ricerca di senso per Frankl è sia verticale (spirituale), sia orizzontale (responsabilità sociale).

Le scuole psicanalitiche e la mancanza di equilibrio.

Per Freud l'omeostasi (l'equilibrio psichico) si rompe per un trauma sopito, connesso alla censura degli impulsi, al blocco del principio di piacere e il conseguente imbarazzo. 

Per Adler il meccanismo si rompe per mancanza di potere. 

Per Frankl entrambe queste mancanze  sono dei derivati della mancanza di significato.

Il significato deriva dall'attuazione dei valori della specifica persona in ogni specifica situazione, dipende dall'individualità delle persone.

Per certi aspetti la logoterapia di Freud è una grande critica al materialismo fisicalista e riduzionista di Freud: per la prima psicanalisi noi siamo il prodotto del nostro passato. 

L'inconscio può essere ricondotto alle sue basi ed agli eventi dell'infanzia che lo hanno costruito. 

Per Freud l'adulto è l'effetto del bambino e lo squilibrio è una perdita di rotta nell'omeostasi psichica. 

Il meccanicismo di Freud è stato utile per scoprire l'inconscio ma per Frankl bisogna andare oltre. La sua teoria è un intreccio tra psicanalisi e filosofia stoica ed esistenzialista. 

Come per Sartre e Camus noi siamo sempre liberi. Non siamo solo il prodotto del nostro passato. Ma per Frankl possiamo non solo avvertire ma usare l'angoscia kirkeegardiana. 

La logoterapia si basa quindi sul tentativo di usare la sofferenza e la ricerca di senso più che l'evitarla o il sopportarla. La malattia non deriva tanto dalla frustrazione o dall'impotenza ma proprio dal vuoto esistenziale. 

Sarà allora necessario riorganizzare la vita ed il suo senso, e per farlo è utile recuperare i valori del soggetto, non giudicarli o deriderli. 

Per esempio allora la religione o la spiritualità non sono "paure o censure sublimate" (Freud) ma valori da poter utilizzare nel recupero dalla sofferenza e dallo smarrimento.

 La logoterapia punta a comprendere più che a giudicare o valutare.

Le tre tipologie di senso

Il senso per Frankl è sia globale sia situazionale. Una direzione esistenziale e una risposta a quello che ci capita (zoom in; zoom out).

Il senso deve essere connesso a quei valori che hanno superato la prova del tempo (altruismo, generosità, non offesa, aiuto reciproco...) e sono relativi a tre situazioni.

1) Esperienza (Amore)

Quello che di bello e significativo possiamo esperire dalla vita: la natura, l'amicizia, l'amore, l'arte (come spettatori in questo caso). Si poggia sui valori della tenerezza, della sincerità, della bellezza e dello stupore. (Frankl parlava della moglie assente come presenza trascendente: possibilità di dialogo interiore degno d'amore)

2) Creatività (Lavoro - compito)

Qui si tratta del senso che si sprigiona seguendo le proprie inclinazioni e i propri talenti, la propria unicità. Si tratta di impegnarsi per realizzare il proprio compito. Non per piacere materiale o successo, ma per trascendere noi stessi e aiutare gli altri nel modo che ci è proprio e ci caratterizza. [Responsabilità, creatività, slancio]

 (Frankl parlava delle sue opere da terminare: il compito che ci attende, il nostro)

3) Atteggiamento (Sofferenza)

Come detto, per Frankl ogni situazione può conservare un senso, una domanda. [Tra lo stimolo e la risposta c'è sempre un gap]

--> Usare la sofferenza (quella che non si può evitare) per rivalutare la nostra vita, per darle, se necessario, una nuova direzione. Chiederci cosa significhi. La sofferenza allora diventa un segnale da interpretare. Un'occasione di mutarla in significato. [Stoicismo]

Quando - come nel lager - non ci si può dedicare alla creatività o all'esperienza, rimane almeno questa via di risposta. La resistenza.

La ricerca di questo senso è una lotta contro l'inconsapevolezza e i divertissement (Pascal).

Differenza tra successo e ricerca del significato

Per Frankl non bisogna confondere la ricerca del senso con quella dell'autorealizzazione o del successo. Il compito e l'esplorazione di Frankl sono più eudaimonici che edonistici. 

La ricerca di senso è più complessa di quella del piacere ma anche più profonda. Può integrare impegno e sofferenza, ma porta risultati più duraturi e significativi.

Non sono il denaro o la fama a garantirci la felicità ma il rispetto della nostra unicità e la forza di dedicarci a qualcosa "per cui vivere e per cui morire" che possa farci trascendere noi stessi e poter aiutare gli altri. 

Questo senso deve colorare ogni esperienza umana, perché ogni situazione di offre una possibilità di attribuire un valore e uno scopo, e di trasformare la fatica e la sofferenza in significato attraverso l'esperienza, la creazione e la resistenza.

Dobbiamo avere la forza di superare il consumismo e le distrazioni per recuperare la nostra autonomia e autenticità.


Il rovesciamento della piramide di Maslow

Proprio perché la vita ha senso in ogni contesto, per Frankl è necessario rovesciare la piramide dei bisogni di Maslow:

«La distinzione di Maslow tra bisogni più alti e bisogni più bassi non ci dà la spiegazione del fatto che, quando quelli più bassi non vengano soddisfatti, un bisogno più alto, quale la volontà di significato, può diventare il più urgente di tutti. Poiché, dunque, sia il soddisfacimento come la frustrazione dei bisogni più bassi può provocare nell’uomo la ricerca di un significato, ne consegue che il bisogno di significato è indipendente da altri bisogni. Da ciò si deduce che esso non può essere ridotto a essi né ricavato da essi»


Quindi per Frankl non bisogna per forza salire gli scalini (dalla casa, alla proprietà all'appartenenza, al senso), perché allora in condizioni in cui queste opportunità ci vengono a mancare non potremmo essere felici e neppure dare un senso alla vita.

Ma la vita per la logoterapia ha senso a prescindere. 

Inoltre, un monaco non considererebbe più importante o di valore la sua vita se potesse vivere in una casa più grande o violando di tanto in tanto qualche giuramento, perché il senso gli deriva proprio da una scelta significativa di base intorno ai suoi valori.

 [In questo modo si connette soggettività e oggettività della scelta della direzione; per Aristotele lo si faceva con i mezzi al di là dei fini: i mezzi anzi devono giustificare i fini]

Il materialismo e il consumismo possono alterare e corrompere questa ricerca, confondendola per produttività e successo superficiale. Confondono essere e avere.

Già gli stoici ci ricordano come abbiamo il controllo delle azioni ma non dei risultati. 

---> Il raggiungimento di una serenità e una soddisfazione durature dipende allora dalla direzione che diamo alla nostra vita. Cercare di averne stima, di sentirla nostra rispettando le nostre unicità. 

Felicità e successo possono essere (non per forza) dei sottoprodotti di questa ricerca.

Il nostro modo particolare di rispondere agli eventi vitali (quella persona per cui siamo unici, quell'attività per cui possiamo essere insostituibili).

Va da sé che non sia facile, e che questa scelta del tema e della direzione implichi una certa sfida e un certo slanciarsi (come nel salto della fede di Kierkegaard): potremmo sbagliare la nostra strada, ma almeno avremo tentato e avremo raggiunto una maggiore consapevolezza. 



Se seguiamo una vita di successo potremmo ritrovarci a vivere - anche trovandolo - una vita vuota di significato. Se invece inseguiamo una vita di ricerca del senso, anche sbagliando potremmo trovarci ad aver condotto una vita di sacrificio, ma non di fallimento.

I due presupposti a questa ricerca sono la libertà e la responsabilità: anche nella situazione più drammatica possiamo conservare i nostri temi-valori e la nostra attitudine.


Approfondimento

 vocazione, lavoro, carriera, hobby.




mercoledì 11 luglio 2018

Freud, schemi

Sigmund Freud, 1856 - 1939

Sigismund Schlomo Freud (1856 – 1939), medico, neurologo e psicoanalista austriaco.



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La vita di Freudhttps://www.youtube.com/watch?v=swYwE5Dl1S0

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OPERE PRINCIPALI

Studi sull'isteria (1895)
L'interpretazione dei sogni (1900)
Psicopatologia della vita quotidiana (1901)
Tre saggi sulla sessualità (1905)
Il motto di spirito e la sua relazione con l'inconscio (1905)
Il disagio della civiltà (1930)

[fondazione della società psicanalitica internazionale]
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PERCORSO PROFESSIONALE E RICERCA MEDICA


Un medico che si specializza nelle malattie mentali, in particolare le isterie.

Questa era diffusa specialmente nelle donne e produceva vari sintomi debilitanti: afasia, epilessia, paralisi, cecità momentanea, forti emozioni, svenimenti. 
---> possibile depressione. 

Spesso riguardava giovani donne di buona famiglia, non povere o anziane.

Era un problema complesso. 
Alcuni medici lo sottovalutavano "Crisi autoindotte", basta convincerle a migliorare.

Altro approccio: l'ipnosi (collaborazione tra Freud e Charcot) per suggestionare le isteriche e curarle.

[Isteria = trauma infantile rimosso --> Sintomo --> L'ipnosi fa riaffiorare il ricordo --> abreazione\catarsi] *

Freud applica e studia l'ipnosi, ma si rende conto che le pazienti ricordano esperienze di cui sono inconsapevoli da consce.

---> Teoria del rimosso (forse per vergogna) che si sposta dal conscio all' inconscio.
(allora non era così ovvio)

Studi dell'inconscio

Non c'è reale differenza (ontologica) tra sano e malato mentale ---> entrambi hanno problemi inconsci (esperienze rimosse), ma nella malattia questi traumi creano nevrosi; 

Nei sani questi traumi vengono gestiti con maggiore equilibrio. 

Queste esperienze rimosse che navigano nell'inconscio sono soprattutto di carattere sessuale.

Per F. il motore della psiche è inconscio e riguarda la libìdo (impulso sessuale presente in ogni essere umano) --> obbedisce al principio di piacere che ci pone in tensione

---> ci pone dei desideri da soddisfare, quindi nasce delle pulsioni a scaricare la tensione per tornare alla pace. 
Queste pulsioni sono alla base della nostra vita psichica. 

Nella teoria psicoanalitica possiamo sostenere senza riserve che l’andamento dei processi psichici è regolato automaticamente dal principio del piacere. Pensiamo, cioè, che esso sia sempre messo in moto da una tensione spiacevole, e che si orienti in modo tale che il risultato finale consista nell’abbassamento di questa tensione, in altre parole con un annullamento del dispiacere o con una produzione di piacere.
[Sigmund Freud, Al di là del principio del piacere (Jenseits des Lustprinzips), traduzione di Aldo Durante, Newton Compton editori, 1988]

Come spiegare la violenza e l'aggressività se ci sono solo impulsi di vita?

Vivendo la prima guerra mondiale F. intuisce la presenza anche dell'impulso di morte (thanatos) che affianca quello di vita\piacere (eros)


Quindi la psiche scarica la tensione  o cercando soddisfazione (eros) o distruggendo, lasciandosi andare alla rabbia e alla violenza (thanatos). 
(O che puntano all'autodistruzione, ex coazione a ripetere o atti auto-lesivi, e cercano la dissoluzione completa e ultima del soggetto)

La nostra concezione, che è stata sin dall’inizio dualista, lo è più che mai oggi, che abbiamo sostituito all’opposizione tra pulsioni dell’io e pulsioni sessuali quella tra pulsioni di vita e pulsioni di morte. La teoria della libido di Jung è, al contrario, monista; il fatto che egli abbia chiamato libido l’unico moto pulsionale che ammette, è destinato a creare confusione, ma non può toccarci in alcun modo. 

Importanza dei primi anni di vita

La nostra vita psichica non si sviluppa solo nella pubertà (quando si sviluppa la sfera sessuale) ma anche prima ---> allora per F. anche i bambini hanno una loro sessualità. 

La psiche si forma quindi fin dall'infanzia. 

Tre saggi sulla sessualità (1905)
Ipotizzano  che la sfera della sessualità (non necessariamente legata alla riproduzione, o al semplice istinto fisico) faccia la sua comparsa sin dalla nascita;
Freud ne distingue diverse fasi di sviluppo:
fase orale (allattamento, 0-18 mesi),
fase anale (evacuazione, 18-36 mesi),
fase fallica (complesso di castrazione e latenza, 3-6 anni)
fase genitale (pubertà).

Complesso di Edipo e di Elettra





Per la donna ci lavorerà più che altro Jung (allievo, poi "rivale" di Freud)

Complesso di Elettra In psicoanalisi, sentimento d’amore per il padre da parte della figlia, accompagnato da intensa rivalità (fino ad arrivare a desideri inconsci di morte) verso la madre.

 La definizione di “complesso di Elettra”, coniata da Carl Gustav Jung come controparte femminile del complesso di Edipo formulato in precedenza da Sigmund Freud, affonda le proprie radici nella mitologia greca .

La risoluzione di questo complesso coincide con la rimozione degli istinti sessuali e con l’identificazione con il genitore dello stesso sesso. Ricerche in ambito antropologico hanno dimostrato che il complesso di Elettra (come quello di Edipo) dipende strettamente dalle caratteristiche della cultura entro cui il soggetto vive e quindi, non è universale.

Metapsicologia

(indagine sia filosofica sia psicologica) --> luoghi della psiche




Prima topica: 

Inconscio --->(prima censura)--> Preconscio-->(seconda censura) --> Conscio

L'esperienza/pulsione si affaccia al preconscio e controllata: se non accettata viene "rimandata" nell'inconscio. Se accettabile diviene conscia. 

Nell'inconscio
I processi del sistema inconscio sono atemporali, e cioè non sono ordinati temporalmente, non sono alterati dal trascorrere del tempo, non hanno, insomma, alcun rapporto col tempo. [...] Parimenti, i processi inconsci non tengono in considerazione neppure la realtà. Sono soggetti al principio di piacere; il loro destino dipende soltanto dalla loro forza e dal fatto che soddisfino o meno alle richieste del meccanismo che regola il rapporto piacere-dispiacere.

Seconda topica:

Es (pulsioni,  amorale), Io (ego, sempre in lotta), Super Io (ego-morale e introiezione dell'autorità paterna) che controlla le pulsioni\esperienze psichiche per decidere se lasciarle nell'Es o immetterle nell'io. 

--> spesso NON siamo consapevoli di cosa finisce nell'ES\inconscio e perché.

Il povero Io [...] è costretto a servire tre severissimi padroni, deve sforzarsi di mettere d’accordo le loro esigenze e le loro pretese. Queste sono sempre fra loro discordanti e appaiono spesso del tutto incompatibili; nessuna meraviglia se l’Io fallisce così frequentemente nel suo compito. I tre tiranni sono: il mondo esterno, il Super-io, l’Es.

Nella misura in cui individua questi “tre tiranni”, è evidente che non sfugge affatto a Freud la presa di consapevolezza sui rapporti di forza vigenti all’interno del mondo psichico:

L’Io [...] è destinato a rappresentare le richieste del mondo esterno, ma al tempo stesso vuole essere il fedele servitore dell’Es, rimanere con l’Es in buona armonia, raccomandarglisi quale oggetto e attirarne su di sé la libido. [...] Aizzato così dall’Es, limitato dal Super-io, respinto dalla realtà, l’Io lotta per venire a capo del suo compito economico di stabilire l’armonia tra le forze e gli influssi che agiscono in lui e su di lui; e si comprende perché tanto spesso non riusciamo a reprimere l’esclamazione: 
“La vita non è facile!”.

---> La psicanalisi ha allora il compito di

[...] rafforzare l’Io, di renderlo più indipendente dal Super-io, di ampliare il suo campo percettivo e perfezionare la sua organizzazione, così che possa annettersi nuove zone dell’Es. Dov’era l’Es, deve subentrare l’Io. È un’opera di civiltà [...].
Torniamo allora all'isteria

Le ragazze di buona famiglia della Vienna dell'800 vivevano in una società puritana e repressiva (vestiti, tovaglie, comportamenti...) ---> donne viste come perfettamente pure. 

Per F. le loro pulsioni venivano continuamente censurate dal super io (modellato dalla città). 

Tali pulsioni continuano a spingere e ad essere respinte ---> diventano più intense ed esplodono in forme nevrotiche (isterie)

Questo processo avviene anche nelle persone "sane" ma trovano forme sublimate per sfogarsi o appunto un maggiore equilibrio. 

Emergono però in alcuni comportamenti: sogni, lapsus, atti mancati, tic...

ex: voglio dire una cosa e ne dico un'altra, che mi suggerisce l'inconscio (come nei doppi sensi)
Accade quando il super io è debole o interviene in ritardo.

Nei sogni il super io è debole, censura blandamente. è poco presente.

Nei sogni c'è un contenuto manifesto (la storia e le immagini - quanto ricordo) e un contenuto latente (che deriva dall'inconscio)

La Psicanalisi

Da qui la prospettiva di cura: lo psicanalista deve aggirare il super io per accedere all'inconscio tramite vie "occulte".

---> Riportare alla luce le esperienze traumatiche rimosse per portarle alla luce e farle accettare dal paziente.

“Psiche” è un vocabolo greco che significa “anima”. Perciò per “psichico” s’intende “trattamento dell’anima”; si potrebbe quindi pensare che voglia dire trattamento dei fenomeni patologici della vita dell’anima. Ma il significato dell’espressione è diverso. Trattamento psichico vuol dire invece trattamento a partire dall’anima, trattamento di disturbi psichici o somatici, con mezzi che agiscono in primo luogo e direttamente sulla psiche umana.
Questo mezzo è costituito anzitutto dalla parola, e le parole sono anche strumento fondamentale del trattamento psichico. Certo, difficilmente il profano potrà comprendere come le “sole” parole del medico possano rimuovere disturbi patologici somatici e psichici. Penserà che gli si chieda di credere nella magia. E non ha tutto il torto; le parole dei nostri discorsi di tutti i giorni sono solo magia attenuata.

* Rispetto all'ipnosi la psicanalisi non rimuove solo fatti ma anche fantasie;
in essa il paziente ha un ruolo più attivo;
si basa sulla libera associazione e sul rapporto tra paziente\psicologo (transfert)

Meccanismi di difesa



Vie: 
a) Interpretazione dei sogni  (Ma no, non è la smorfia)
b) Dialogo classico a ruota libera per associazione di idee

Sogni 
freud, interpretazione sogni



I sogni hanno una loro particolare grammatica, che lo psicanalista deve conoscere (analisi simbolica, metonimica, e di libera associazione)

[Contenuto manifesto, quanto  il soggetto ricorda. 
Contenuto latente: quanto rimosso, dal primo, con un'analisi psichica e simbolica, lo psicanalista può arrivare al secondo]

I sogni derivano da desideri inappagati, in esso non c'è principio di contraddizione. 

“Il motore dei sogni sono i desideri inconsci. Tali desideri, appunto inconsci e non accessibili all’io (parte razionale) operano ancora all’interno della psiche umana; durante la notte rafforzano i loro effetti per via della minore attività della coscienza, e hanno dunque l’occasione di emergere sotto forma di immagine onirica”.


« I sogni son desideri di felicità. Nel sonno non hai pensieri Ti esprimi con sincerità.»
Conseguenze: 

Per F. non esiste un vero libero arbitrio ---> pensiamo di essere liberi, ma siamo mossi dalle pulsioni. 

La civiltà è allora frutto di sublimazione, e la religione deriva da un senso di bisogno di protezione dell'infante. [critica di Frankl] La civiltà risulta essere un "male minore" utile per la convivenza.

Nella nostra psiche si scontrano il principio di piacere (ricerca della felicità e dello sfogo)
e quello di realtà (non è sempre possibile farlo: morale, società, malattie, convenzioni...)

L'uomo sviluppa una civiltà che dona maggiori possibilità di sopravvivenza dell'uomo ma tende a reprimere le pulsioni. 
---> Siamo quindi perennemente a disagio
    --> Trovo o forme sostitutive di espressione (lavoro, sport, gioco, studio...)
      ---> o sublimazione nell'arte (con forme accettate dalla società)
----> Ma non riuscirò a sfogarle completamente e dovrò sempre tenerle sotto controllo.

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Altro \ approfondimenti:

La nostra concezione, che è stata sin dall’inizio dualista, lo è più che mai oggi, che abbiamo sostituito all’opposizione tra pulsioni dell’io e pulsioni sessuali quella tra pulsioni di vita e pulsioni di morte. La teoria della libido di Jung è, al contrario, monista; il fatto che egli abbia chiamato libido l’unico moto pulsionale che ammette, è destinato a creare confusione, ma non può toccarci in alcun modo. (pag. 84)



FREUD, schema

Rapporto con Jung


Lettere Einstein Freud sul perché della guerra
Gaber, quando sarò capace di amare

Approfondimenti, altre fonti:
Audio su: che cos'è un sogno, a cosa serve sognare? [filosofia del sogno], basato soprattutto sul testo di Agnes Heller, La filosofia del sogno



Articolo sulla memoria e i sogni:

Una diversa psicanalisi, la logoterapia di Viktor Frankl: https://imparareadimparare.blogspot.com/2023/03/viktor-frankl-la-logoterapia.html

Podcast e fonti audio di sintesi o approfondimento consigliati

 Approfondimenti e consigli: - Corso di filosofia di Scrip (Ermanno Ferretti) :  https://www.youtube.com/playlist?list=PLFRYVVEHvMSxPuLw6f...