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mercoledì 26 febbraio 2020

Coronavirus: una posizione intermedia, quella di Piero Angela, ed altre fonti di informazioni


Al di là di esagerazioni e minimalismi, presento una posizione intermedia, quella di Piero Angela, che, senza allarmismi né facilonerie, spiega la situazione attuale:

"Questo ‘mister corona’ chi è? Come vive? Che dimensioni ha?
Tutti i virus hanno delle caratteristiche in comune. Quali? Ad esempio le dimensioni. Quando andate a fare le analisi del sangue e vi dicono che avete 4/5 milioni di globuli rossi per millimetro cubo, delle cosiddette ‘orecchiette baresi’ che portano in giro l’ossigeno, vi sembrano piccolissime. Un virus è un centinaio di volte più piccolo di un globulo rosso. Sembra miracoloso che i biologi e i ricercatori siano riusciti a individuare i virus, anche questo del coronavirus, e a sequenziarlo”.
Perché il virus è così aggressivo?
“Perché è a metà strada tra la vita e la non vita, non pùò riprodursi da solo. Per replicarsi fa come ‘Alien’, un alieno che si aggrappa alla bocca di un’astronauta a fa nascere un piccolo mostro dalla pancia e poi muore. I virus entrano nelle cellule, nei batteri, per riprodursi e le distruggono. Quando vanno nei polmoni, fanno disastri più o meno importanti a seconda della virulenza. Si moltiplicano rapidamente e saltano da un individuo a un altro”.

Perché c’è tanta paura nei confronti di questo virus e non di altri?
Questo virus non è una forma più grave dell’influenza perché non è una sua variante. Ma proviene da un animale, forse un pipistrello o altro, insomma viene da un altro pianeta quello degli animali. E’ una forma passata all’uomo e contagia altri uomini con una certa rapidità. Il virus non si conosce, anche se i biologi lo hanno identificato, vanno un po’ bendati a capire cosa lo può uccidere. Si è parlato di farmaci che combattono l’Hiv, insomma si tentano cure. Io sono abbastanza fiducioso però il primo passo è arginare l’epidemia. Le persone contagiate non devono contagiare altre. Come? Le autorità sanitarie hanno suggerito una serie di provvedimenti che è difficile attuare. Per esempio se due persone devono stare a due metri di distanza come si fa a scuola, in metro o in autobus, a teatro? Come si fa a sapere qual è il limite del contagio? Una persona può essere un portatore sano. Uno starnuto parte a 80km l’ora, ma con la mano può andare ovunque”.
Questi poi i suggerimenti di Piero Angela sul coronavirus.
“Non si deve esagerare. Io eseguo le indicazioni delle autorità sanitarie senza cambiare la mia vita o spaventarmi, evitando le cose che posso evitare. Ci cono terremoti e altri casi in cui la magistratura manda avvisi di garanzia perché le persone che potevano intervenire non l’hanno fatto. Con il senno di poi è molto facile. Chi si prende la responsabilità di non fare nulla? L’eccesso di precauzioni vanno bene ma dietro c’è questo, il timore dell’intervento della magistratura e le loro responsabilità, non è una decisione facile e hanno la mia solidarietà.
Attenti poi alla fake news, c’è gente che approfitta ma c’è anche molto umorismo, ho visto vignette molto divertenti. Dobbiamo prendere queste cose con un occhio non troppo drammatico. Per il resto aspettiamo e speriamo”. 
https://www.facebook.com/watch/?v=668762400596092&external_log_id=54d42d4389bda05b8c75a3962c5f7c5a&q=piero%20angela
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In tema di rassicurazione, aggiungo un altro "consiglio":

È quello del dirigente scolastico del liceo scientifico Alessandro Volta di Milano, Domenico Squillace, ai suoi studenti, a casa per l’emergenza sanitaria che ha coinvolto l’Italia in questi giorni.
Squillace ha scritto una lettera, pubblicata poi sul sito dell’istituto scolastico. Eccola:
“La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia…..
Le parole appena citate sono quelle che aprono il capitolo 31 dei Promessi sposi, capitolo che insieme al successivo è interamente dedicato all’epidemia di peste che si abbatté su Milano nel 1630. Si tratta di un testo illuminante e di straordinaria modernità che vi consiglio di leggere con attenzione, specie in questi giorni così confusi. Dentro quelle pagine c’è già tutto, la certezza della pericolosità degli stranieri, lo scontro violento tra le autorità, la ricerca spasmodica del cosiddetto paziente zero, il disprezzo per gli esperti, la caccia agli untori, le voci incontrollate, i rimedi più assurdi, la razzia dei beni di prima necessità, l’emergenza sanitaria…. In quelle pagine vi imbatterete fra l’altro in nomi che sicuramente conoscete frequentando le strade intorno al nostro Liceo che, non dimentichiamolo, sorge al centro di quello che era il lazzaretto di Milano: Ludovico Settala, Alessandro Tadino, Felice Casati per citarne alcuni. Insomma più che dal romanzo del Manzoni quelle parole sembrano sbucate fuori dalle pagine di un giornale di oggi.
Cari ragazzi, niente di nuovo sotto il sole, mi verrebbe da dire, eppure la scuola chiusa mi impone di parlare. La nostra è una di quelle istituzioni che con i suoi ritmi ed i suoi riti segna lo scorrere del tempo e l’ordinato svolgersi del vivere civile, non a caso la chiusura forzata delle scuole è qualcosa cui le autorità ricorrono in casi rari e veramente eccezionali. Non sta a me valutare l’opportunità del provvedimento, non sono un esperto né fingo di esserlo, rispetto e mi fido delle autorità e ne osservo scrupolosamente le indicazioni, quello che voglio però dirvi è di mantenere il sangue freddo, di non lasciarvi trascinare dal delirio collettivo, di continuare – con le dovute precauzioni – a fare una vita normale. Approfittate di queste giornate per fare delle passeggiate, per leggere un buon libro, non c’è alcun motivo – se state bene – di restare chiusi in casa. Non c’è alcun motivo per prendere d’assalto i supermercati e le farmacie, le mascherine lasciatele a chi è malato, servono solo a loro. La velocità con cui una malattia può spostarsi da un capo all’altro del mondo è figlia del nostro tempo, non esistono muri che le possano fermare, secoli fa si spostavano ugualmente, solo un po’ più lentamente.
Uno dei rischi più grandi in vicende del genere, ce lo insegnano Manzoni e forse ancor più Boccaccio, è l’avvelenamento della vita sociale, dei rapporti umani, l’imbarbarimento del vivere civile. L’istinto atavico quando ci si sente minacciati da un nemico invisibile è quello di vederlo ovunque, il pericolo è quello di guardare ad ogni nostro simile come ad una minaccia, come ad un potenziale aggressore. Rispetto alle epidemie del XIV e del XVII secolo noi abbiamo dalla nostra parte la medicina moderna, non è poco credetemi, i suoi progressi, le sue certezze, usiamo il pensiero razionale di cui è figlia per preservare il bene più prezioso che possediamo, il nostro tessuto sociale, la nostra umanità. Se non riusciremo a farlo la peste avrà vinto davvero.
Vi aspetto presto a scuola”.

Dahttps://www.orizzontescuola.it/coronavirus-lettera-preside-a-studenti-leggete-manzoni-fate-vita-normale/

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Informazioni pratiche sul coronavirus da parte del ministero della sanità: http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/archivioOpuscoliNuovoCoronavirus.jsp

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Lascio un altro interessante e importante contributo (un podcast con la virologa Ilaria Capua) per la - difficile - comprensione dell'argomento:
https://www.spreaker.com/user/rickdufer/dailycogito2x148

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Ed un video del chimico e scienziato Dario Bressanini che spiega il motivo per queste restrizioni in Lombardia ed altre regioni d'Italia:

Ancora più precisamente:

Tra parentesi, Bressanini lo trovate anche su instagram, ed è una fonte interessante sulla divulgazione scientifica.
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E ancora, assunzione di responsabilità individuale e collettiva, in questa faccenda:



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Consigli per il quotidiano: non lasciatevi andare. Punti fermi, pochi, ma quotidiani, ai quali aggrapparsi. Si può usare l'orientale procedura del Kaizen, ma in genere, lo scopo è: tenere attivo il cervello. Si può fare:

Messaggio di Alberto Angela


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Aggiungo un link di solidarietà sociale (e multimediale) per servizi gratuiti nelle zone rosse:

Fonti, esempio: storia della scuola e oggetti che parlano

 Documenti e foto di repertorio: la scuola negli anni Foto 1 Foto 2 Foto 3 Foto 4 POSSIBILE INTERVISTA ALLO "STUDENTE DEL PASSATO"...