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mercoledì 8 agosto 2012

Quanto è vecchia la scuola?

Pensando al mondo odierno, a cosa è possibile apprendere on line, perlopiù gratuitamente, magari con metodi più divertenti ed innovativi, vien da chiedersi: quando è vecchia la scuola? Tutto sommato quella pubblica, come circa la intendiamo noi, è un'idea illuministica. Prima, solo la chiesa, o quasi. Poi il popolo ma... a scala, a piramide. Dunque: suddivisione in "titoli"... in pezzi di carta. Licenza media, diploma superiore, laurea, master... Ma cosa certificano, queste carte: bene o male, quanto tempo hai ascoltato certi professori, quanto tempo sei stato su certi libri (a loro volta certificati da non si sa bene chi), e quanti esami hai superato, quindi, appunto, come hai studiato i libri di cui sopra. Come se la scuola, e temo sia così, insegni solo a superare altri esami. Non ci sono altri modi di far tesoro del proprio tempo? E' una serie di bollini, la scuola, di certificazioni. Di assicurazioni: "noi, scuola, garantiamo che questo individuo è certificato di questo e quello"... è adatto, è confermato. Dunque conformato. Perché in fondo serve questo ancora, a garantire un modello, una visione, un rispetto per una cultura preformata e quasi stabile. Come non ci fosse altro dio. Viene dalla chiesa la scuola, no? Vive di categorie, di suddivisioni eppure di... conformità, di standard, di burocrazia. Tutte cose che, se da una parte garantiscono una "unione", un "far parte della famiglia", dall'altro tolgono estro, dis-individualizzano, spersonalizzano, rendono zombie. Probabilmente è anche da questa antica visione che derivano quelle domande nozionistiche e stupide ora tanto famose per gli odierni esami TFA: quel che cercano alla fine non è un insegnante, capace di portare i suoi allievi verso la conoscenza, ma di un qualcuno di certificato, di sicuro, di non troppo originale, che cerchi, invece e probabilmente inutilmente di inculcare la solita conoscenza, la solita regola nei crani dei suoi allievi. A forza, se necessario. Ma non è esattamente il contrario che "il mondo esterno" cerca: qualcosa di speciale, di diverso... una propria visione del mondo o, se non altro, qualità specifiche, passioni specifiche, modi diversi di fare qualcosa? "Perché te e non un altro, mh?" non è una domanda solita? Se è così, come pare, allora si intuisce che la visione di uniformità, di accademismo, di conformità della scuola vecchio stampo non vanno più bene: la loro è una visione da orario schedulato, da lavoro in stile ottocentesco, ma sono tutte cose che (bene o male che sia) si stanno perdendo. Del resto anche i pezzi di carta sembrano non garantire più nulla. Bisogna forse lasciare da parte quei bollini istituzionali, e tentare di certificarsi da soli: creando, formando, e non venendo formati. Internet in questo aiuta. Per esempio così:

Podcast e fonti audio di sintesi o approfondimento consigliati

 Approfondimenti e consigli: - Corso di filosofia di Scrip (Ermanno Ferretti) :  https://www.youtube.com/playlist?list=PLFRYVVEHvMSxPuLw6f...