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mercoledì 11 luglio 2018

Empirismo inglese: Locke, Hume, Berkeley

John Locke, (1632 – 1704), filosofo inglese.

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Lezione video:


locke
Inoltre, noi abbiamo conoscenza della nostra esistenza per intuizione; dell’esistenza di Dio per dimostrazione, e delle altre cose per sensazione. (Realtà delle proposizioni esistenziali, Libro IV)

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Opere principali

  Lettera sulla tolleranza (1689),

 I Due trattati sul governo (1690) 

Saggio sull'intelletto umano (1690).

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Vita: https://www.homolaicus.com/teorici/locke/locke.htm

Vive la rivoluzione "gloriosa" inglese del 1689 che attua la prima monarchia parlamentare della storia. Studia e insegna ad Oxford, si forma su Hobbes e Cartesio, diviene lord cancelliere assistendo lord Ashley, viene esiliato in Olanda, torna anni dopo in Inghilterra sotto la protezione di sir Masham.

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FILOSOFIA

a) Conoscenza (gnoseologia) ---> Empirismo

Locke critica l'innatismo gnoseologico di Cartesio e Platone ---> La mente è una tabula rasa (una lavagna vuota): viene sporcata \ segnata dall'esperienza.

Non ci sono idee innate. Perfino Dio, se fosse un concetto innato, sarebbe uguale in tutte le nazioni, i tempi e le persone. 

E allora a cosa servirebbe il catechismo? I bambini dovrebbero già avere quel concetto in loro.

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Locke struttura la conoscenza umana in due categorie fondamentali: idee semplici e idee complesse.

Le idee semplici si suddividono in sensazioni e riflessioni.

- Sensazioni: idee semplici che percepiamo direttamente tramite comunicazione esterna (freddo, caldo...)

- Riflessioni: idee semplici che percepiamo direttamente dall'interno. (Riflessione sulla sensazione)

Idee complesse: combinazioni di idee semplici --> Nascono dal gioco attivo che collega insieme le semplici. 

3 connessioni  fondamentali tra idee: 

Relazioni: confronto due idee semplici (paragoni, somiglianze, differenze)

Modi: associazioni per produrre concetti ---> Varie idee semplici (pelo, occhi, colore) mi danno la possibilità di arrivare al concetto "Gatto".

Sostanza: termine che arriva dalla filosofia di Aristotele e poi di Cartesio. Quella "X" che fa da sostrato ai vari accidenti. [Gatto] (sostanza), attributi: bianco, americano, giovane...

Ma tolte le etichette rimane qualcosa? Si conoscono le "etichette" (idee) non gli enti

Se qualcuno chiederà che cosa è il supporto al quale il colore o il peso ineriscono, si risponderà che tale supporto sono le parti estese e solide; se si domanderà a che cosa ineriscono la solidità e l'estensione, non si potrà rispondere che come il saggio indiano al quale, dopo avere affermato che il mondo è sostenuto da un grande elefante, fu richiesto su che cosa l'elefante poggiasse; egli rispose: su una grande tartaruga; ma essendogli ancora domandato quale appoggio avesse la tartaruga rispose: su qualcosa che io non conosco affatto.

L'idea alla quale noi diamo il nome generale di “sostanza” non è altro che tale supposto ma sconosciuto sostegno delle qualità effettivamente esistenti.



---> posso conoscere le idee semplici (sensazioni e riflessioni), quelle complesse (paragoni, relazione, modi che creano concetti) ma con la sostanza il tutto è più complesso.

---> Una delle sostanze è il concetto di IO * (personalità e individualità)

L'errore è la cattiva combinazione di idee (semplici e complesse) [ex: combino la mia attesa di una persona con una che le assomiglia]

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GERARCHIA GNOSEOLOGICA DELLA CONOSCENZA

a) Conoscenza sensibile: fa rifermento alle sensazioni (percezioni della materia esterna che si imprimono nel mio corpo, quindi nella mia mente).

b) Conoscenza intuitiva: riguarda le evidenza (autopercezione per ex), non ho bisogno di una sensazione.

c) Conoscenza dimostrativa: partire da assiomi basilari per derivarne le conseguenze (geometria e matematica)

Locke usa la conoscenza dimostrativa per dimostrare l'esistenza di Dio, seguendo il modello dell'impossibilità della causalità infinita. Come in Aristotele, prima o poi arrivo ad una causa prima e incausata. [Passa dalla logica all'ontologia --> critica di Hume e Kant]

Grazie alla gnoseologia empirista Locke arriva alla tolleranza: se credo alle idee innate sarò più propenso ad un'idea politica fondamentalista. 

Se sono un empirista è meno probabile essere fondamentalisti: se non esistono idee innate ma solo esperienze non posso imporre il mio pensiero. 

b) Pensiero politico ---> "liberalismo"

Si scontra con l'assolutismo divino di Robert Filmer, che sostiene come il potere derivi non dal popolo ma da Dio e dalla tradizione.

Parte da premesse politiche simili a quelle di Hobbes ma arriva a conclusioni opposte.

L'analisi politica parte quindi dallo stato di natura

Che diritti avrebbe l'uomo in una società senza legge? 

Quali sarebbero i rapporti tra gli uomini?

Per Hobbes nello stato di natura tutti hanno diritto a tutto ---> conflitto costante tra uomini

Per Locke gli uomini hanno diritto alle cose che li riguardano (sono loro proprietà):

La vita, il corpo, i pensieri e i beni posseduti.

L'antropologia di Locke è più positiva e ottimista di quella di Hobbes.

Secondo ragione gli uomini non dovrebbero appropriarsi dei beni che non gli appartengono ---> Lo stato civile serve però per evitare la vendetta personale e la garanzia della proprietà privata. 

Nello stato di natura anche dopo giorni avrei diritto a vendicarmi per ristabilire giustizia. 

Per evitare questa catena cieca e pericolosa devo fondare un patto sociale.

Il potere dello Stato poi è molto diverso nelle due concezioni.

Per Hobbes il potere deve essere unito e assoluto in quanto gli uomini hanno ceduto ad esso tutti i diritti naturali. (Tranne quello alla vita)

Per Locke lo Stato civile serve proprio per salvaguardare quei diritti ---> Il potere civile deve essere diviso tra esecutivo e legislativo. 

Si deve evitare il potere assoluto per non rischiare la tirannia.

Lo Stato non deve privare l'uomo dei suoi diritti; deve garantirli: vita, sicurezza, libertà, stampa e proprietà privata. [Critica di Marx]

"Il fine del diritto non è abolire o vietare, ma conservare e ampliare la libertà"

Il potere dello Stato non è superiore a quello della legge. 

Il potere federativo è quello relativo alle relazioni estere, ma deve essere gestito dal potere esecutivo.

In Locke il patto poi non è irreversibile: esso serve per garantire i diritti individuali 

---> Se questi vengono meno, i cittadini hanno il diritto di ribellarsi. 

Se il re diviene un tiranno è giusta ed ammissibile la resistenza e perfino la rivoluzione.

Troviamo anche qui il contrattualismo: lo Stato civile nasce da un patto tra individui. --> Si entra nello stato per convenienza (diritti garantiti)

Giusnaturalismo: la legge civile serve per garantire la legge di natura che risiede nella ragione umana. Nella morale razionale. --> I diritti naturali sono inalienabili. 

Per Hobbes però la ragione porta alla sottomissione a un potere assoluto per timore di perdere la vita.

Per Locke la ragione suggerisce agli uomini di non appropriarsi delle cose altrui, il patto rende effettivo questo suggerimento.

Sono due visioni opposte: lo Stato liberale contro lo Stato assoluto: per Locke sono fondamentali: la divisione dei poteri, il fatto nessuno è escluso dal rispetto alle leggi; esiste un parlamento che decide per maggioranza, la legittimità dello Stato si basa sul consenso ed è garantita la libertà di coscienza, la separazione tra Stato e Chiesa e l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

Stato e Chiesa hanno scopi diversi. Lo Stato si occupa della salvezza dei corpi e degli oggetti; quello della Chiesa della salvezza delle anime. 

Il Re non ha il potere religioso e NON deve scegliere la religione dei cittadini.

Il governo di Locke non è un governo etico (non può imporre la morale), deve solo evitare la violenza privata. 

Diritti individuali: prima teorizzazione dei diritti naturali. Tutti gli uomini sono uguali, quindi godono degli stessi diritti. (Bill of rights)

---> Si garantisce anche una sfera di protezione non solo contro il potere politico, ma anche quello della dittatura della maggioranza. [John Stuart Mill]

Diritti civili: inviolabilità di corpo, coscienza, proprietà privata (frutto del lavoro del singolo individuo)

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Pedagogia di John Locke (i pensieri sull'educazione)

Nel 700 ci sono pensieri che considerano grandi riforme pedagogiche, tra questi vi sono le riflessioni di Rosseau, Locke e Kant.

Per Locke il fine dell'educazione è aiutare il giovane a inserirsi nella società, se con Rousseau si punta ad una società egualitaria e giusta; Locke punta all'educazione del singolo, affinché si integri in una società che accetta le differenze di classe.

--> Educazione del gentleman: uomo civile, saggio, di cultura e di virtù, con competenze utili alla vita sociale. Esperto di mondo e di "psicologia". 

La formazione si basa sul precettore, dunque privata e a pagamento che ha quest'unico scopo.

Il precettore deve avere esperienza di mondo ed essere stato un viaggiatore, un uomo saggio e colto. Deve stabilire con l'educando un rapporto di fiducia, in un clima di autorità mediata da dialogo e comprensione. Bisogna mediare tra programma e libertà dell'allievo.

Anche l'educazione si basa sull'esperienza ---> Abitudini per interiorizzare autonomia e autocontrollo. 

L'educazione si attiva grazie al gioco (massima espressione della personalità, come il lavoro) e al lavoro.

Non è un'educazione basata su premi e punizioni ma sulle loro interiorizzazioni: stima degli altri e paura della vergogna.

Essenziale è l'imparare facendo ---> Esperienza diretta e "learning by doing".

Fondamentale sono l'educazione fisica (mente sana in un corpo sano) e la conoscenza del mondo, della morale e della religione.

Il precettore deve cercare i reali bisogni dell'educando e non quelli immaginari, e devono mirare all'utilità. 

Quindi:

---> Conoscenze sfruttabili nel lavoro futuro, quindi per ex meno conoscenza teoriche e umanistiche e di più nel campo del diritto, della matematica e della geografia, per viaggiare e saper compiere affari.

---> Importanza della costruzione della personalità del gentleman (importanza dell'onore e della responsabilità).

(Per le famiglie povere prevede invece la disposizione di working school per orfani e vagabondi dai 3 ai 14 anni per evitare la criminalità, sorta di istituti correzionali e avviamento professionale, dove si prevede una paga piuttosto misera, ma con la festa della domenica per motivi di riposo e religione)

Ha sempre in mente i figli di famiglie aristocratiche la filosofia borghese e liberale.

Per Locke con l'educazione privata si possono ottenere migliori e più mirati rispetto a quanto si otterrebbe in una educazione pubblica.


Schemi su Locke

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David Hume,  (Edimburgo, 7 maggio 1711 – Edimburgo, 25 agosto 1776)

Quale particolare privilegio ha questa piccola agitazione del cervello che chiamiamo pensiero, perché la si debba prendere a modello dell’intero universo? Indubbiamente la parzialità a nostro favore ce lo presenta realmente a ogni occasione, ma la sana filosofia deve attentamente guardarsi da un’illusione tanto naturale.
Da Dialoghi sulla religione naturale, parte II, pp. 173-175.


L’abitudine […] è la grande guida della vita umana

Da Ricerche sull’intelletto umano, 5, 1; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013. 

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Cenni sulla vita 


Si laurea in giurisprudenza ma non mira a fare l'avvocato. 
Lascia la Scozia per vivere in Francia dove si occupa di filosofia e scrive il trattato sulla natura umana. ---> Sarà inizialmente un fallimento clamoroso.
Rimane sugli studi di filosofia, e i saggi morali e politici hanno più successo. Si occupa di politica e scrive ricerca sull'intelletto umano.
Tornato a Edimburgo lavora come bibliotecario e scrive di storia dell'Inghilterra e della religione. 
Tornando a Parigi incontra l'illuminismo del luogo e in particolar modo Rousseau.
Anche in Scozia vive e fa parte del così detto Illuminismo scozzese, che ha "ospitato" anche intellettuali come James Hutton, scopritore dell'età geologica della terra.
Il clima è dettato dallo scontro tra whig e tori e della ribellione giacobita di Bonnie Charles (1745).
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Lezione video: 

l'empirismo, lo scetticismo, la morale




                   Vita e opere (link)

https://www.treccani.it/enciclopedia/david-hume

OPERE

-Trattato sulla natura umana, 1739-40
- Ricerca sull'intelletto umano, 1748
- Storia naturale della religione, 1755
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Studi sulla natura umana
Per Hume l'uomo è un animale sia razionale, sia sentimentale sia sociale. 
Bisogna studiare questa natura in modo sperimentale (--> Bacone, Galilei).
Se si conosce la natura umana si conosce il mondo, ma comprende di non poter conoscere ogni dettaglio di questa natura ---> scetticismo gnoseologico.

Teoria della conoscenza
Hume si inserisce nel movimento dell'empirismo di Locke (critica alla idee innate), basandosi sul materialismo di Hobbes (studio dei corpi).

---> La mente è una tabula rasa, tutte le conoscenze derivano dall'esperienza e tutte rinviano all'uomo.

L'uomo è costituito dalle sue esperienze, ma tutto quello che fa è legato sia alla ragione sia ai nostri istinti e alle nostre esperienze (anche nella scienza).

---> La ragione ha dei limiti

Hume divide le percezioni in impressioni e idee.
Le impressioni sono attuali e più forti e vivide.

Le idee sono meno vigorose e vive ---> sono i ricordi delle impressioni (dipendono dalla memoria)

Le idee sono la materia costruttiva del lavorio mentale che viene svolto da 3 associazioni:

Somiglianza, Contiguità (S e T), Causalità (induzione di un perché)

La causalità è fondamentale nella scienza.
--> Critica alla causalità e all'induzione

1.Ogni causa è connessa ad un'altra. Ma quanto possiamo andare a fondo? [complessità]
2. La causalità è un'abitudine.

ex. Battute che "di norma" fanno ridere. 
--> le aspettative possono essere disattese.
--> La causalità deriva dall'induzione, che non è certa. (particolare --> generale)
ex. tacchino induttivista di Bertrand Russell

Il tacchino si aspetta di ricevere cibo, fino a diventare cibo il giorno del ringraziamento.
---> La causalità non è necessaria, ma solo probabile.
-> Gli esseri umani sbagliano.
Si basano su abitudini che credono certezze.
ex del "il sole sorgerà domani".
Non è che non si possa fare scienza, ma bisogna considerarne i limiti.
La ragione è una guida pratica, che conduce alla probabilità ma non la certezza.
Critica alla dimostrabilità di Dio
Per H. la catena di cause tirate in ballo da Locke è un ragionamento errato: non si può passare dal livello logico a quello ontologico (-> Kant)
L'esperienza di Dio crea quel concetto.
Devo crederci, non dimostrarlo.
Critica alla personalità\individualità (IO)
La personalità è un fascio di impressioni troppo veloce per essere conosciuto davvero.
Ogni giorno cambio, figuriamoci ogni anno.
Non c'è una sostanza comune dietro a tutte queste impressioni --> è un'abitudine.
Etica
Il male non è assoluto.
Non c'è una morale nella natura [Spinoza, Leopardi].
Il male morale è determinato dalle scelte dell'uomo ---> Tali scelte non si basano solo sulla ragione.
Ogni conoscenza si basa sugli uomini (istinti, sentimenti... simpatia)
La simpatia ci permette la moralità.
Simpatia egoistica (rispetto di sé)
Simpatia sociale (per gli altri) ---> dovremmo sviluppare una simpatia universale.
La conoscenza non produce sempre coscienza.
I sentimenti sono fondamentali per essere morali e buoni.
Grazie all' empatia \simpatia arrivo al precetto evangelico (non fare agli altri quanto non vorresti essere fatto a te)
Abitudini morali: gentilezza con chi è stato gentile. Rispetto per genitori e affetto per i figli...

SCHEMI su Hume

Aggiungo una video lezione sulla personalità: in quest'ultima si affronta il tema dell'identità personale  proprio dalla critica che Locke pone alla "sostanza" aristotelica ed al suo concetto di autopercezione, ed alla critica che Hume rivolge alla causalità. Nel mezzo, si parla di Alice nel paese delle meraviglie e della nave di Teseo. 


George Berkeley, (1685 – 1753), filosofo, teologo e vescovo irlandese.

Le idee che ci facciamo delle cose sono tutto ciò che possiamo dire della materia. Perciò per “materia” si deve intendere una sostanza inerte e priva di alcun senso, della quale però si pensa che abbia estensione, forma e movimento. È quindi chiaro che la nozione stessa di ciò che viene chiamato “materia” o “sostanza corporea” è contraddittoria. Non è quindi il caso di spendere altro tempo per dimostrarne l’assurdità.
Da Trattato sui principi della conoscenza umana, § 9.

Il mondo è la mia rappresentazione. […] Avere portato a consapevolezza questo principio ed aver collegato ad esso il problema del rapporto tra l’ideale e il reale […] costituisce […] il carattere che distingue la filosofia dei moderni. […] Procedendo su questa via, Berkeley pervenne, non molto dopo, ad un vero e proprio idealismo, ossia alla conoscenza che tutto ciò che è esteso nello spazio, cioè il mondo materiale, oggettivo in generale, esiste come tale assolutamente nella nostra rappresentazione, e che è falso, anzi assurdo, attribuirgli, in quanto tale, un’esistenza fuori di ogni rappresentazione e indipendente dal soggetto conoscitivo. (Arthur Schopenhauer)
“Gli idealisti – scrive Russell riportando una battuta di G. E. Moore- sono coloro che vorrebbero sostenere che i treni hanno ruote solo quando sono in stazione, dato che i passeggeri non possono vedere le ruote finché sono sul treno. Il buon senso rifiuta di credere che le ruote comincino improvvisamente ad esistere allorché vengono guardate, e non si diano, invece, il fastidio di essere quando nessuno le osserva”
“Non voglio cambiare le cose in idee; voglio invece cambiare le idee in cose”.

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Approfondimento: 
La nave di Teseo e la personalità. 



Se ad ogni avventura un pezzo della nave di Teseo viene cambiato, fino a quando sarà ancora "la nave di Teseo"?
E se ogni volta i pezzi scartati venissero tenuti da parte per costruire un'altra nave, quale delle due sarebbe da considerare quella vera?

O facendo m'ama o non m'ama con una margherita, a furia di strappare i petali... fin quando rimarrà quella margherita?




Lo stesso discorso vale per il nostro "io", la nostra personalità.
Quanto possiamo cambiare restando noi stessi? Quanto possiamo perdere?
Abbiamo un carattere\personalità o tutto muta?

Cosa ci distingue allora? 
La nostra storia? Il riconoscimento sociale attuato dagli altri?


Un esempio cinematografico: Bruce Wayne e Batman sono la stessa persona, ma non sono in molti a saperlo.
Per John Locke l'individuazione sta nella consapevolezza, nell'auto-riconoscimento.

Per Aristotele esiste un sostrato comune (una sostanza) tra Bruce e Batman ---> per Locke questo supporto è fuori dall'esperienza, quindi non posso conoscerlo.

Facciamo esperienze delle etichette (accidenti) ma non della sostanza.


esempi:

a) Batman va ad una festa, ma si comporta da Bruce ---> il riconoscimento sociale non reggerebbe ---> il comportamento è più importante dell'abito\maschera.

b) Dimentica l'abito da super eroe e vestito da miliardario si comporta come Batman
----> verrebbe riconosciuto

c) Trovano un uomo svenuto vestito da Batman. ---> Quando si sveglia, spiega che ha solo un vestito simile, non è lui. Ci crederebbero?

d) Batman perde la memoria. ---> non sa di essere Batman, sa di essere Bruce. 
Chi lo trova farebbe 2+2 e lui tenterebbe di confutare.
 Ma in effetti, senza consapevolezza: Batman esisterebbe ancora?

---> Non ci vuole un sostrato, ma un riconoscimento psicologico. (Auto-percezione)

Per Hume si resta nell'empirismo. ---> L'identità è un'abitudine, un fascio di impressioni troppo veloce per essere chiarito una volta per sempre.
Noi cambiamo sempre, non c'è un sostrato comune, ma abbiamo percezione del nostro cambiamento [come nella persistenza retinica]

Anche l'identità (come la causalità) non è però certa e costante, è appunto un'abitudine.

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Fonti, esempio: storia della scuola e oggetti che parlano

 Documenti e foto di repertorio: la scuola negli anni Foto 1 Foto 2 Foto 3 Foto 4 POSSIBILE INTERVISTA ALLO "STUDENTE DEL PASSATO"...