“Nessuna epoca ha mai saputo tanto e tante diverse cose dell'uomo come la nostra. Però in verità nessuna ha mai saputo meno della nostra che cos'è l'uomo.”
«Fenomenologia significa dunque... lasciar vedere da se stesso ciò
che
si manifesta, così come si
manifesta».
Opere principali:
Dottrina delle categorie e del significato in Duns Scoto (1915)
Per la determinazione delle filosofia (1919)
Fenomenologia della vita religiosa (1919–20)
Ontologia. ...
Il concetto di tempo (1924)
Prolegomeni alla storia del concetto di tempo (1925)
Essere e tempo (1927)
Che cosa significa pensare? (1954)
In cammino verso il linguaggio (1959)
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Cenni di vita
Studia a Marburgo e Friburgo. Diventa allievo del fondatore della fenomenologia: Husserl
Ottiene una cattedra ed ha importanti allievi come H. Arendt e Gadamer o Jonas.
Nel 1933 diviene rettore all'università di Friburgo, succedendo al maestro Husserl.
Qui pronuncia un discorso "l'autoaffermazione dell'università tedesca";
[elementi interpretativi: volere o dovere?]
Dopo pochi mesi si dimette; nel ventennio successivo fa ricerca ma è meno attivo in pubblico.
Nel 1945 alla fine della guerra si attiva un processo di epurazione nazista.
---> H. subisce un'inchiesta e viene sospeso dall'insegnamento, specie per il parere di Jaspers
---> Viene reintegrato nel 1949, anche grazie alla Arendt.
Nel 1936 pubblica un saggio su Holderlin e la poesia: vi è un cambio di indagine --> per L'Essere, il linguaggio, la poesia.
Abbiamo noi oggi una risposta alla domanda intorno a ciò che propriamente intendiamo con la parola «essente»? Per nulla. È dunque necessario riproporre il problema del senso dell'essere. Ma siamo almeno in uno stato di perplessità per il fatto di non comprendere l'espressione «essere»? Per nulla. È dunque necessario incominciare col ridestare la comprensione del senso di questo problema. Lo scopo del presente lavoro è quello della elaborazione del problema del senso dell'«essere». Il suo traguardo provvisorio è l'interpretazione del tempo come orizzonte possibile di ogni comprensione dell'essere in generale.
H. Torna al problema originario della filosofia: l'Essere (quello di Parmenide, sì).
L'Essere sembra indefinibile. Non appartiene a un insieme (genere prossimo che lo contenga).
L'Essere non è neppure "semplicemente" la somma degli enti concreti: esso trascende la realtà transeunte della vita quotidiana.
Non basta dire che l'Essere è; il non Essere non è.
--> L'essere è indefinibile (non può essere delimitato in quanto non ha fine)
[in relazione allo spazio]
---> In [relazione al tempo] L'Essere continua a sfuggirci: come già diceva Agostino, il passato è fuggito, il futuro non è ancora, il presente è troppo instabile.
Anche l'Essere studiato da Platone (idea) o quello di Aristotele (sostanza) rappresentano soluzioni che non sembrano "esserci" nella realtà.
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Da Cartesio in poi il problema di sposta dal piano ontologico a quello gnoseologico
---> Non Cos'è Questo; ma Come conosco questo?
Heidegger riprende quel "problema dimenticato"
--> Qual è il senso dell'Essere?
---> Si chiede allora: chi è quell'essere che si pone la domanda sull'Essere?
L'uomo.
Il suo modo d'essere (sein) è l'esistenza --> l'esserci (Dasein): l'uomo è sempre gettato nel mondo. Non sceglie quando come perché nascere. Si trova in un ambiente che lo determina.
Non è ente come gli altri. Si interroga: tenta di comprendere e comprendersi.
E' necessaria una "analitica esistenziale"---> analizzare i modi di vita dell'uomo. (Anche se H. rifiuta l'etichetta di esistenzialista): lui ha come priorità la ricerca sull'Essere più che sull'uomo. ---> sguardo fenomenologico sull'esistenza: come le cose arrivano alla coscienza
Non è la ricerca scientifica o comune, ma di come le cose\eventi appaiono alla nostra coscienza.
L'esserci (Dasein) è possibilità (--> Kierkegaard)
Egli è un esserci_nel_mondo. Ed esserci nel Tempo.
Egli comprende e esiste in esso, circondato da cose e persone.
Il passato è il ricordo dell'esserci. Il futuro l'aspettativa. Il presente la cura.
Egli vive proiettato, in una progettualità continua.
Negli oggetti come funziona?
L'esserci di un oggetto (ex tastiera) è determinato dal suo uso, ma tale uso è tale quando "sparisce" alla mia coscienza. Non la indago, la uso. Gli oggetti permettono all'uomo di attuare la possibilità\libertà dell'uomo, a seconda della sua scelta, del suo progetto.
L'uomo vede il chiodo: questo riporta al martello, questo riporta al legno...
L'uomo si prende cura della realtà che lo circonda. Questa cura è sia trascendenza (andare oltre), sia progetto: dà significato alla realtà.
Ogni ente non è però dato neutralmente: ha un suo contesto. Non si parte da zero.
Se leggo un libro horror, so in qualche modo cosa mi aspetta
--> ho pregiudizi, pre-nozioni. Non siamo in una tabula rasa: siamo in un orizzonte culturale.
Posso modificare l'orizzonte, ma parto da lì. [---> spunti per l'ermeneutica]
Vale anche per gli altri uomini (esserci): L'uomo non è mai da solo: è sempre un esserci_con_gli_altri.
Delle cose ci si prende cura; delle persone si ha cura.
2 modi di cura verso gli altri:
a) Sottrarre agli altri la loro cura (preoccupazioni, progetti) ---> non diamo loro responsabilità dei loro progetti, scegliamo noi per loro. [inautentica]
b) Aiutiamo gli altri ad assumersi le loro cure (progetti, responsabilità) [autentica]
---> però l'uomo si rende dipendente da ciò che (in teoria) ci rende indipendente (ex, telefono o auricolare)
---> Rischio di dimenticarsi di sé: l'Esserci si comprende da quanto le cose gli permettono
---> L'uomo si cosifica (deiezione-decadimento)
------> Ancora, il rischio è di vivere un'esistenza anonima, conformista, non personale.
Si vive in funzione degli altri e degli oggetti (si impersonale: si dice, si pensa, si fa)
Questo produce:chiacchiera (non discussione ma frasi fatte, siamo portatori di opinione), curiosità, equivoco (superficiale e vano). In una vita autentica siamo nella banalità.
"Così si fa, così si vive". La curiosità nella vita autentica è curiosità superficiale, quella delle informazioni veloci, per il gossip e simili.
Il Dasein resta nell'equivoco: si parla ma non si dice nulla.
---> Vive nella paura di qualcosa di indeterminato. Cade continuamente nel già deciso.
In questo contesto non realizziamo autenticamente la nostra esistenza. (Per quanto non ci sia una distinzione netta tra chi vive autenticamente o inautenticamente: tutti partono dalla banalità, poi qualcuno ne esce)
Siamo un "progetto gettato" ma se lasciamo che decidano gli altri o ci facciamo influenzare delle cose perdiamo il nostro progetto, la nostra autenticità.
Come passo da un'esistenza inautentica ad una autentica?
Attraverso l'unica possibilità certa e davvero mio: la morte.
Sarà la nostra morte, non di qualcun altro. ---> allora dovremo "esserci-per-la-morte"
---> considerare che non siamo immortali.
Questo atteggiamento ci angoscia, ma di fronte al termine siamo disposti (o costretti) a fare qualcosa della nostra vita. Nella vita inautentica non la si affronta.
Nell'angoscia siamo davanti al nulla: l'ultima possibilità che cancella tutte le altre.
"L'angoscia è la disposizione fondamentale che ci mette di fronte al nulla."
Quando affrontiamo la morte possiamo sentire la voce della coscienza, che ci spinge ad essere davvero chi siamo per staccarci dalla vita inautentica.
Nella vita autentica recupero il futuro (morte-progetto) ma anche il passato (storicità autentica: tradizione, destino). In questo contesto anche il passato si sceglie come appartenenza.
Scopriamo che non abbiamo un tempo infinito: quindi ci chiediamo quale attività, quale abitudine ha un senso (è autentica) e quale non lo ha (è inautentica).
Di fronte al limite, alla morte, ci chiediamo davvero che cosa siamo.
[ogni singolo esame dello studente come percorso professionale, ex]
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La svolta (Sentieri interrotti, 1950)
Seconda fase: linguaggio, tecnica, anti-umanismo
Ma torniamo alla domanda essenziale: cos'è l'Essere?
Abbiamo tentato di capirlo tramite l'uomo (Dasein), ma per H. non basta. Si corregge.
---> allora dobbiamo ripartire dall'Essere. Capire il senso dell'uomo partendo dall'Essere e non viceversa. Mirare direttamente all'Essere.
Questo capovolgimento, per H, è stato fatto non solo da lui, ma dalla cultura occidentale.
[Studiare gli enti (Uomini, Dio, Natura, Tecnica...) per capire il senso delle cose]
Anche Nietzsche, ammirato da H, ha "ucciso" Dio, ma l'ha sostituito con l'oltreuomo: sempre un ente è.
Bisogna staccarsi dall'ente, partendo dal niente (assenza di enti) ---> ciò che scorgiamo al di là degli enti (l'orizzonte, lo sfondo). Ma allora il niente rende possibile l'ente.
Allora l'Essere è il niente? Entrambi sono la radura, lo sfondo degli enti.
---> la condizione originaria di tutto ciò che è.
Capire l'Essere è anche affrontare il problema della verità.
Ma anche qui la scienza e la filosofia hanno frainteso: la verità non si domina.
E' un problema dell'Essere, non dell'uomo.
----> L'Essere è apertura, e permette l'incontro con la verità ---> si disvela e si oscura, esso è mistero perché possibilità.
Invece la metafisica si è dimenticata del suo oggetto: ha ridotto l'Essere agli enti.
----> Bisogna ripartire da zero. Critica Nietzsche perché il suo oltreuomo è un iperbole dell'umanismo: l'uomo crea il senso.
Quella di H. invece vuole essere una filosofia anti-umanista (in questo critica Sartre e il suo "l'esistenzialismo è un umanismo").
Un'altra critica è rivolta al dominio della natura: la tecnica. Essa è infatti l'apice dell'umanismo e dell'umanizzazione dell'Essere.
H. interpreta la volontà di potenza di Nietzsche come apice della tecnica. (!) Ma la tecnica ci impedisce di vedere l'orizzonte, l'Essere.
Per H. L'Essere è dinamico, muta. Profetizza un'epoca post-tecnica e post metafisica e forse concederà la scoperta di questo orizzonte.
Ma restando alla nostra epoca: cosa può rivelare l'Essere se la filosofia ha fallito?
L'arte, specie quella poetica.
Bisogna però passare dal nichilismo assoluto per lasciare spazio a quel tipo di arte.
Un'opera è reale come opera soltanto se noi stessi ci sottraiamo alla nostra abitudinarietà ed entriamo in ciò che l'opera apre, per condurre il nostro essere stesso a soggiornare nella verità dell'ente.
L'arte concede (illumina) il senso (luce) le cose: in questo atteggiamento si superano gli enti e si aprono nuovi scenari.
Non è però l'artista a svelare l'Essere: egli diviene un tramite per la sua luce.
L'arte è una auto-rappresentazione dell'Essere. Non è "cosa tra le cose", non bisogna farne un mero prodotto culturale \ classificatorio. Ciò che importa per H. è il momento creativo che l'ha originata, farsi quella domanda per trovarne l'urgenza.
- Chi pone la domanda: l'Essere all'esserci ---> cosa mi scatta/succede durante la percezione?
Attua allora una svolta linguistica: L'Essere (soggetto) si rivela all'uomo.
E' un accadimento che si rivela tramite il linguaggio (la casa dell'Essere)
Per H. l'uomo è l'animale che vive nel linguaggio: per noi le parole sono l'apertura all'Essere. Ma è complesso analizzare del linguaggio: lo devo fare sempre con le parole.
L'uomo non inventa un linguaggio, nasce "dentro" a un linguaggio, e questo condiziona il pensiero. Però, anche l'Essere si delinea nei limiti delle parole.
---> L'uomo non è il padrone della Casa (linguaggio) dell'Essere: egli ne è servo.
L'uomo è quindi un pastore dell'Essere: l'uomo deve ascoltarlo. Ricevere la sua chiamata.
Il linguaggio poetico secondo H. è quello più adatto a cogliere l'Essere.
---> perché è il linguaggio poetico, con le sue pieghe, con le sue metafore a poter cogliere l'Essere.
----> il linguaggio poetico mostra una radura, uno sfondo e una luce: si può alludere all'Essere ma non si può descriverlo oggettivamente.
Per H. "ogni civiltà è figlia della sua poesia" (e non viceversa).
Allora la filosofia che scopo ha? Quello di studiare il linguaggio e rifletterci ---> ermeneutica: la sua analisi, la sua interpretazione.
L'ontologia diviene ermeneutica. ---> studi sulla scomposizione delle parole, dell'etimo, del linguaggio. (etimologia)
Poesia e analisi del linguaggio sono gli unici appigli per cogliere in qualche modo l'Essere.
L'uomo lo segue, si fa suo pastore per sentire la sua parola.
Georg Wilhelm Friedrich Hegel (Stoccarda, 27 agosto 1770 – Berlino, 14 novembre1831) è stato un filosofo tedesco, considerato il rappresentante più significativo dell’idealismo tedesco.
« Ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale. »
(G.W.F. Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto. Diritto naturale e scienza dello Stato in compendio[1821], trad. it. di G. Marini [1987], Laterza, Roma-Bari 1991, p. 14.)
Filosofia di sistema: H. è uno degli ultimi filosofi a tentare di costruire un intero sistema filosofico, che possa richiudere in sé tutti i campi del sapere.
H. è il filosofo delle triadi e della dialettica.
“La verità in filosofia significa che un concetto e la realtà concreta corrispondono.”
La filosofia di Hegel si divide in: filosofia della Logica, filosofia della Natura, filosofia dello Spirito.
La Logica si divide in: Essere (essere, non essere, divenire) [Parmenide, Eraclito] Essenza (identità, differenza, principio di non contraddizione ) [Aristotele] Concetto (concetto soggettivo, concetto oggettivo, idea).[Kant]
La Sintesi dialettica è più della somma delle parti: è un Aufhebung (superamento, togliere e conservare al contempo; oltrepassare).
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SCRITTI GIOVANILI: RINASCITA POLITICA E RELIGIOSA
Lo spirito di Gesù, che si è innalzato oltre la moralità, si mostra immediatamente rivolto contro le leggi nel sermone della montagna, che è un tentativo, compiuto per mezzo di parecchi esempi sulle leggi, di sottrarre a queste l'elemento legale, la forma di legge; esso non predica rispetto per le leggi ma indica ciò che le porta a compimento, le elimina come leggi; predica dunque un qualcosa che è superiore all'ubbidienza alle leggi e che le rende superflue
3 opere:
- Lo
spirito del cristianesimo e il suo destino,
- La positività della
religione cristiana
- La vita di Gesù
- Il cristianesimo storico ha evidenziato troppo i precetti, troppo poco il cuore (religione e spiritualità): serve solidarietà e slancio religioso.
- (Tesi) Il mondo ebraico ha cercato in Dio l'assoluto ma ha perso il contatto con il divino e gli altri popoli (per H. l'ebraismo è una religione con un dio particolare, per loro).
- (Antitesi) Il mondo greco ha riavvicinato gli uomini e gli dei, ma ha perso l'assoluto antropomorfizzandoli.
- (sintesi) La vita di Gesù è Dio che si incarna sulla terra: è figura di avvicinamento e riunione. Concilia l'assoluto e l'uomo.
-- La vita di Gesù riempie la morale formale (quella di Kant) di contenuto pratico ed esempi etici.
LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO (1806)
- Opera fondamentale di Hegel
E' la storia romanzata della Ragione che si concretizza nel reale, esce da sé e fa ritorno a sé.
- Struttura:
(tesi) La coscienza: lo Spirito (Ragione) si rapporta ad un oggetto e la coscienza è chiusa in se stessa.
(antitesi) L'autocoscienza: l'Io si rapporta agli altri io e scopre l'alterità.
(sintesi) La Ragione che si compie e torna a sé auto-comprendendosi.
3 figure storico - ideali
- Stoicismo e Scetticismo (Tesi - Coscienza)
La
coscienza del servo può trovare espressione nello stoicismo:
l'uomo è indipendente - e libero - al di là della propria
condizione; può essere libero “sul trono e in catene”.
Lo stoicismo, ignorando
l'oggettività della Natura e dimostrando indifferenza verso di essa,
la lascia sussistere nella sua oggettività.
Questa oggettività
viene messa in discussione dallo scetticismo il quale, rifiutando ogni certezza, si presenta come continua
contraddizione; una contraddizione che - in assenza di punti di
riferimento esterni (vengono infatti tutti costantemente negati) - si
sviluppa e vive all'interno del soggetto.
--> Il padrone ha il coraggio di affrontare la morte, il servo cerca la sicurezza, ma l'uno dipende dall'altro.
“Soltanto mettendo in gioco la vita si conserva la libertà. L'individuo che non ha messo a repentaglio la vita per la libertà non può venir riconosciuto come persona.”
- Coscienza infelice (Sintesi - Comprensione)
La coscienza di questa
contraddizione è detta da Hegel coscienza infelice.
L'infelicità nasce dalla consapevolezza della propria mutevolezza e
dal desiderio di immutabile, che però è sentito come
irraggiungibile.
G.
W. F. Hegel, Fenomenologia dello Spirito, Autocoscienza
„Questa coscienza infelice scissa entro se stessa è così costituita che, essendo tale contraddizione della sua essenza una coscienza, la sua prima coscienza deve sempre avere insieme anche l'altra. In tal modo, mentre essa ritiene di aver conseguito la vittoria e la quiete dell'unità, deve immediatamente venire cacciata da ciascuna delle due coscienze.“
— Georg Wilhelm Friedrich Hegel filosofo tedesco 1770 - 1831
La Filosofia della Natura
(Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, 1817, 27, 30).
Lo sforzo degli scienziati di portare la Natura alla Ragione.
E' divisa in Meccanica (Quantitativa), Fisica (qualitativa) Organica (Sintesi - vita)
La filosofia dello Spirito
Lo sforzo di artisti, umanisti e filosofi di portare la ragione alla Ragione (specie nello spirito oggettivo).
Religione 1. Naturale-animistica 2. Individuale- antropomorfica 3. Monoteismo assoluto (specie cristianesimo: Gesù è l'infinito che si è fatto finito)
Filosofia (lo spirito assoluto si guarda allo specchio. Pensiero di pensiero. --> concettualizzare l'infinito)
Hegel: schema spirito oggettivo
Hegel: spirito oggettivo, schema
Hegel: Etica, schema
La Storia e la Guerra
"Ogni fase della storia mondiale è un momento necessario nell'idea dello Spirito del Mondo"
La storia è una progressiva
realizzazione del regno di Dio e della Ragione che incarna se stessa.
Gli eroi e gli individui straordinari ( "individui cosmico
storici") sono "le astuzie della Ragione" per realizzare se stessa nel corso della Storia.
La Guerra è un'altra manifestazione della Ragione: con essa si dipanano i rapporti tra gli Stati e gli Spiriti dei popoli.
La guerra aguzza l'ingegno, la tecnologia e smuove il terreno statico della pace.
Metafore utili: La fenice (lo spirito di un popolo decade ma si incarna in un altro, che guida la Storia); il travaglio necessario.
Tappe della storia e della libertà:
1. mondo orientale (uno è libero)
2. mondo greco-romano (alcuni sono liberi)
3. mondo prussiano e cristiano (tutti sono liberi, coniugando forza personale e responsabilità collettiva nello Stato).
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Opposta è per esempio, la visione della storia in Goethe
"E anche se voi foste
in grado di interpretare e di esaminare tutte le fonti, che cosa
trovereste? Niente altro che una grande verità, che è stata
scoperta da gran tempo e di cui non occorre cercare la conferma: la
verità cioè che in ogni tempo e in ogni luogo la condizione umana è
stata miserabile. Gli uomini sono stati sempre preoccupati e
angosciati, si sono tormentati e torturati reciprocamente, hanno reso
difficile a sé ed agli altri quel po' di vita loro concesso e non
sono stati capaci di apprezzare e godere la bellezza del mondo e la
dolcezza dell'esistenza, loro offerta da quella bellezza..."
L'interpretazione di Antigone di Sofocle. (Ciclo tebano)
Scontro tra legge morale (degli dei) e legge degli uomini (legale).
Antigone nello scontro con lo zio Creonte è l'emblema di questo conflitto.
Creonte, fratello di Giocasta torna ad essere re di Tebe, dopo la partenza di Edipo.
La città cade nello scontro tra i due figli di Edipo: Eteocle e Polinice che si uccidono a vicenda.
Creonte considera Polinice un traditore: celebra Eteocle (che l'aveva difeso) ma ordina di lasciare alle bestie il corpo del fratello.
Antigone, sorella di Polinice si ribella e gli concede onore e degna sepoltura, contro il volere della sorella Ismene. La giovane sfida il potere di Creonte: segue le leggi divine per contrastare quelle politiche.
Hegel interpreta l'opera a partire dalle differenze sessuali.
La donna riesce a farsi carico della legge morale, di incarnare l'affetto familiare; ma le leggi politiche sono una prerogativa maschile.
Vi è uno scontro tra due prospettive opposte. Sembra esserci una divisione dei ruoli sociali.
Il ruolo politico maschile e il ruolo familiare della donna.
Questa rottura tra i sessi e tra religione e stato crea una crepa dinamica. (dialettica)
Creonte fa murare viva Antigone, lei si suicida e questa morte travolge la famiglia del Re: si uccide il figlio di Creonte, Emone, che amava la ragazza.
Euridice, madre di Emone, si suicida a sua volta, non sopportando la perdita del figlio.
Creonte rimane solo come lo è chi ha il potere.
Per H. questa tragedia rappresenta il tracollo della moralità greca: si separeranno religione e politica, elemento femminile e maschile.
----> si arriva all'individualismo tipico di Alcibiade, che rappresenta gli interessi egoistici raccontati dalla commedia ironica e individualistica di Aristofane. (Guerra del Peloponneso)
Vi è uno scontro tra tesi e antitesi che condurrà allo Stato sviluppato da Napoleone e poi dalla Prussia.
---> L'ingresso di Dio nella Storia. Il recupero migliorato dell'unità familiare dispersa nella società civile e individuale.
Quello di Hegel è uno stato forte, identitario ed etico.
Critica del femminismo a Hegel ("Sputiamo su Hegel") per l'interpretazione emozionale del femminile e di Antigone.
«Di questi vi era Talete di Mileto, Pittaco di Mitilene, Biante di Priene, il nostro Solone, Cleobulo di Lindo, Misone di Chene e per settimo si diceva ci fosse anche Chilone spartano.»
Presocratici e sofisti
(Per la terminologia di base consultare: qui o qui )
(Possibili approfondimenti su presocratici e sofisti: qui)
TALETE (Nato tra il 640 e il 625, morto probabilmente nel
548 ac)
Anassimandro (610 - 546 ac)
Anassimene (586 - 528 ac)
Anassimandro:"principio delle cose che sono è l’illimitato… donde le cose che sono hanno la generazione, e là hanno anche il dissolvimento secondo la necessità. Infatti esse pagano l’una all’altra la pena e l’espiazione dell’ingiustizia secondo l’ordine del tempo"
Dubbio: L'universo è infinito? --> Lucrezio 98/94 a.C
“ Supponiamo che tutto lo spazio esistente sia limitato e che qualcuno
corra avanti, all’estrema riva, spingendosi fino all’ultimo
punto, e scagli un dardo volante: preferisci tu pensare che esso,
lanciato con valide forze, vada dove è stato vibrato e voli lontano,
o credi che qualcosa possa arrestarlo e ad esso opporsi? 0 l’una o
l’altra ipotesi occorre infatti che tu ammetta e scelga. Ma sia
l’una che l’altra ti preclude ogni via di scampo e ti obbliga a
riconoscere che il tutto si estende senza confine. Infatti, sia che
esista qualcosa che l’arresti e gl’impedisca di giungere dove è
stato vibrato e di conficcarsi nel segno, sia che più oltre esso
voli, il punto donde è partito non è il confine estremo. In tal
modo ti incalzerò e, dovunque porrai l’estrema riva, chiederò:
che sarà poi del dardo? Avverrà che in nessun luogo si potrà
fissare il confine, e la possibilità della fuga sempre allontanerà
la scappatoia. ”
«Il signore, il cui oracolo è a Delfi, non dice né nasconde,
ma indica.»
Contro la massa
« Uno è per me diecimila, se è il migliore »
« Sapere molte cose non insegna ad avere intelligenza: l'avrebbe altrimenti insegnato ad Esiodo, a Pitagora e poi a Senofane e ad Ecateo. »
« Legge è anche ubbidire alla volontà di uno solo »
Panta rei, tutto scorre
« Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va.»
Logos, panteismo
« Non ascoltando me, ma il logos, è saggio intuire che tutte le cose sono Uno e che l'Uno è tutte le cose. »
Mutare – divenire e non mutare
« È la medesima realtà il vivo e il morto, il desto e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son
quelli, e quelli di nuovo mutando son questi. »
Dottrina degli opposti
« Polemos è padre di tutte le cose, di tutte re; e gli uni disvela come dèi e gli altri come uomini, gli uni fa schiavi gli altri liberi. »
« Immortali mortali, mortali immortali, viventi la loro morte e morienti la loro
vita. » (Frammento 62)
La divinità è giorno-notte, inverno-estate, guerra-pace, sazietà-fame. Ed essa muta come il Fuoco. »
eternità cosmo
«questo Cosmo è lo stesso per tutti... da sempre è, e sarà»
Premesse di Logica - derivanti da Parmenide e formalizzate da Aristotele - per capire i paradosi di Zenone:
a) Deduzione
La deduzione è un processo logico in cui si parte da premesse generali per arrivare a una conclusione specifica. Se le premesse sono vere e il ragionamento è valido, la conclusione deve necessariamente essere vera. È un tipo di inferenza che garantisce la verità della conclusione, data la verità delle premesse.
Esempio: Tutti gli uomini sono mortali (premessa generale). Socrate è un uomo (premessa specifica). Quindi, Socrate è mortale (conclusione).
b) Induzione
L'induzione è un processo logico in cui si parte da osservazioni specifiche per formulare una conclusione generale. Le conclusioni induttive sono probabili, ma non certe, perché si basano su un numero finito di osservazioni che potrebbero non rappresentare l'intero insieme di casi.
Esempio: Ho visto molti cigni e sono tutti bianchi. Quindi, tutti i cigni sono probabilmente bianchi (conclusione generale).
c) Abduzione
L'abduzione è un tipo di ragionamento in cui si parte da un'osservazione per arrivare alla spiegazione più probabile. Si tratta di formulare ipotesi che spieghino i dati osservati, ma le conclusioni non sono certe, bensì plausibili.
Esempio: Vedo del fumo in lontananza (osservazione). La spiegazione più probabile è che ci sia un incendio (ipotesi).
a) Discreto
Qualcosa è discreto se è costituito da elementi separati e distinti, senza continuità tra di essi. Un insieme discreto ha valori che si possono contare, come i numeri interi.
Esempio: Il numero di persone in una stanza è un valore discreto, perché non si può avere "mezze persone".
b) Continuo
Qualcosa è continuo se può variare senza interruzioni o salti. Un insieme continuo ha infiniti valori possibili in un intervallo, come i numeri reali.
Esempio: La temperatura può assumere qualsiasi valore in un intervallo, quindi è un esempio di grandezza continua.
Difende le teorie del maestro Parmenide tramite la logica e i ragionamenti di riduzione all'assurdo: dimostrare falsa (e assurda) la tesi contraria alla propria.
In questo caso la frase da confutare (negare) è "Esiste il movimento."
Zenone, i paradossi
Critiche logiche all'idea di movimento e di mutamento:
Il paradosso della freccia e il paradosso di Achille e la tartaruga
La freccia e l'arciere
In ogni istante (fotografia) il movimento (velocità) è uguale a zero. Ma una somma di movimenti pari a zero comporta assenza di movimento.
Achille e la tartaruga
Per quanto poco - nella sfida di corsa tra la tartaruga e Achille - si muova la tartaruga, lo spazio percorso non è mai uguale a zero. Se non è uguale a zero, è infinitamente divisibile: allora Achille non può percorrere uno spazio infinitamente divisibile in un tempo finito e non raggiungerà la tartaruga.
Paradosso dello stadio: diverse velocità di movimento.
A e B si muovono in direzioni opposte ma ad eguali velocità. Ma se il punto di riferimento è B (che è fermo) la velocità (apparente) sarà doppia rispetto a quando il punto di riferimento è C. Come fa una velocità ad essere uguale e diversa allo stesso tempo?
Approfondimento di matematica e fisica sul paradosso di Achille e la tartaruga
Gorgia, 485 a.C. oppure 483 a.C. – Larissa, 375 a.C. circa) è stato un retore e filosofosiceliota. Discepolo di Empedocle, è considerato uno dei maggiori sofisti, teorizzatore di un relativismo etico assoluto, fondato sulla morale della situazione e spinto fino al nichilismo.
- Tutte le opinioni sono uguali (relativismo, nichilismo)